Il Sindaco di Messina, come ripetuto più volte, ha affermato però di non poter emettere alcun provvedimento. Si aspetta quindi una mossa dal governo nazionale e regionale
Oltre il tema dell’obbligo vaccinale sul lavoro, l’opinione pubblica in Italia è divisa anche sulla riaperture delle scuole dopo le festività natalizie. A Messina il Sindaco Cateno De Luca è preoccupato per l’aumento dei casi Covid e sul rientro di bambini e adolescenti in aula, durante una diretta Facebook, si è pronunciato così: “il problema reale non è se la scuola sia o meno un luogo sicuro. Dovessi dire ciò che vedo, ovvero le varie classi messe in quarantena, tutta questa sicurezza, obiettivamente, non credo ci sia. Ma comunque il problema vero è: come si arriva a scuola? I mezzi pubblici non sono sicuri, il riempimento al 50 per cento è una idiozia perché gli strumenti per verificare non ci sono. In questa fase di picco, come dicono tutti, perché questa fretta di riaprire le scuole? Per il solito capriccio? Tanto, poi ai sindaci demandano di fare questo e quell’altro. Ma i sindaci in questo momento non possono fare niente, perché il problema dell’edilizia scolastica non si risolve con un colpo di bacchetta magica. Le scuole devono essere lasciate chiuse almeno per quindici giorni, fino a quando non passa la buriana”.
Molto indeciso sulla questione è anche il governatore siciliano Nello Musumeci. “Più volte ho detto che l’ultima cosa che vorrei chiudere sono le scuole, perché sono consapevole delle difficoltà della didattica a distanza: la speranza è che la curva epidemiologica nelle prossime ore possa abbassarsi ed evitare così che si debba ricorrere a misure più restrittive”, è quanto ha affermato il presidente della Regione Siciliana nel corso di un intervento a Tgcom24. “Nessuna difficoltà a riaprire le scuole il 10 gennaio da parte nostra – ha aggiunto Musumeci – ma lo faremo soltanto se la linea dei contagi dovesse abbassarsi”.