Covid sempre più un’influenza, Giorlandino: “90% positivi asintomatici o paucisintomatici”

StrettoWeb

“La pandemia sta sfumando, nei grandi numeri, sempre più verso un’influenza asintomatica, paucisintomatica o sintomatica ma senza bisogno di ricovero, se normalmente assistita a domicilio”: è l’analisi statistica fornita dal direttore scientifico dell’Istituto Clinico di Ricerca Altamedica

Nell’ultimo mese, tra l’8 dicembre e l’8 gennaio, presso l’Istituto Clinico di Ricerca Altamedica sono stati eseguiti 16.030 molecolari di cui 2.526 (15.7%) sono risultati positivi al Covid-19. La sintomatologia è stata la seguente: su 16.030 soggetti, 12.503 (78 %) asintomatici, 2.885 (18%) paucisintomatici (febbricola, angina), 642 sintomatici (4%) con febbre maggiore di 38° o altra più evidente sintomatologia. La sintomatologia dei positivi è stata la seguente: asintomatici 1.692 (67%), paucisintomatici 707 (28%). Fra i sintomatici: 127 (5%) con febbre maggiore di 38° o altra sintomatologia evidente ma senza necessità di ricovero. I vaccinati erano 2.071 (82%) con 1 o 2 dosi (84%) oppure booster (16%); i non vaccinati erano 455 (18%). Per quanto riguarda la sintomatologia più severa (prelievi eseguiti a domicilio) temperatura maggiore di 38° o altra sintomatologia evidente ma senza alcuna necessità di ricovero al momento del prelievo, i non vaccinati furono 32 su 455 (7%) mentre i vaccinati 95 su 2.071 (4,5%). La differenza risultava solo moderatamente significativa dal punto di vista statistico (Chi-Square Test, p=0.03).

“I dati del numeroso campione raccolto in un mese di tamponi nel Centro di Ricerche Altamedica dimostrano che la pandemia sta sfumando, nei grandi numeri, sempre più verso un’influenza asintomatica, paucisintomatica o sintomatica ma senza bisogno di ricovero, se normalmente assistita a domicilio – spiega il Professore Claudio Giorlandino, direttore scientifico dell’Istituto Clinico di Ricerca Altamedica – queste forme, enormemente più rappresentate rispetto alle forme severe che richiedono ricoveri in terapia intensiva, colpiscono quasi parimenti vaccinati e non vaccinati”. “La variante B.1.1.529, detta Omicron, presentando molte mutazioni della proteina Spike, dimostra un significativo escape rispetto ai vaccini utilizzati mirati ad indurre immunità su di una proteina S estremamente mutata nel tempo – aggiunge Giorlandino – . Va sottolineato che il numero dei soggetti positivi segue il numero dei tamponi eseguiti. L’Italia è al primo posto nell’esecuzione di tamponi, largamente inutili o addirittura dannosi come gli antigenici immunocromatografici (le saponettine) che forniscono un enorme numero di falsi negativi liberando i soggetti asintomatici contagiosi (detti superspreaders)”. “Di grande importanza è il fatto che la variante Omicron, che dagli ultimi dati ISS su 7.000 soggetti esaminati (sorveglianza 23 ottobre/6 dicembre 2021) sembrava incidere solo per lo 0,1%, invece ora risulta vicina al 30% ed è in rapida ascesa settimanale pari-passo all’indebolimento dell’aggressività del virus”, afferma l’esperto.

Condividi