Spagna: “scoperti resti delle colonne d’Ercole”, ma è polemica tra gli studiosi

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Il sito del tempio di Ercole Gaditano sarebbe stato localizzato nei pressi di Cadice, sulla costa atlantica della Spagna

In Spagna alcuni ricercatori dell’Università di Siviglia e dell’Instituto Andaluz del Patrimonio Histórico (IAPH) hanno scoperto la possibile ubicazione del mitico tempio di Ercole Gaditano (o di Melqart, nome fenicio di Ercole), ritenuto dagli archeologi uno dei più importanti centri religiosi dell’antichità, citato nei documenti antichi, ha alimentato nella letteratura classica la leggenda sul limite estremo del mondo conosciuto, ma le cui tracce erano state cercate per anni senza successo. I nuovi ritrovamenti archeologici indicherebbero che il tempio fosse locato a Cadice, sulla costa atlantica della Spagna, e sarebbe stato più grande di quanto si pensasse, estendendosi più a nord, verso la spiaggia di Camposoto a San Fernando.

I ricercatori hanno trovato le tracce con un programma in cui sono stati inseriti i dati dell’erosione della costa e di eventi catastrofici, come le inondazioni. Grazie al software sono state così scoperte anomalie del terreno che, ha spiegato Ricardo Belizón, dottorando dell’Università di Siviglia, in un’intervista al quotidiano El País, “rivelano una costa totalmente antropizzata, dov’era presente un grande edificio (il tempio), con barriere frangiflutti, ormeggi e un porto interno”. Belizón e i suoi colleghi hanno poi confrontato le tracce rilevate con il software con le descrizioni antiche del tempio e hanno scoperto che c’era corrispondenza tra ritrovamenti e testi: il tempio era una grande costruzione rettangolare di 300 metri per 150, della stessa estensione dell’isola su cui sorgeva.

Secondo lo studio il sito dedicato al semidio greco-romano Ercole sarebbe stato un grande complesso portuale, attivo tra III e I secolo a.C. Se l’ipotesi venisse confermata, “i resti potrebbero corrispondere al tempio fenicio-punico di Melqart (una divinità precedente ad Eracle) e poi dedicato ad Ercole Gaditano”. L’annuncio della scoperta, arrivato con una conferenza stampa a metà dicembre a Cadice, sta sollevando non poche perplessità e suscitando un vasto dibattito tra gli accademici spagnoli, con repliche e controrepliche: c’è chi arriva a parlare di “concessione all’archeologia spettacolo” o addirittura “di ipotesi da fanta-archeologia”. L’indagine, però, va avanti da due anni e adesso sarà necessario molto lavoro sul campo per verificare l’esattezza delle tracce rilevate: le prime “uscite” hanno fatto emergere resti di conci e materiale ceramico, quindi sembra che la strada presa sia buona. Al momento però, spiegano dall’Università di Siviglia, la scoperta è ancora allo stato di ipotesi, seppur ben suffragata. Prossimamente verrà anche pubblicato uno studio in sede scientifica.

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