Vaccini, Crisanti: “con Super Green Pass il consenso diventa estorto perché è un obbligo camuffato”

StrettoWeb

“Non si può obbligare un cittadino ad effettuare una terapia senza l’esistenza di una legge che lo renda obbligatorio”, sottolinea il professore che ricorda come il cittadino non sia tutelato in caso di reazione avversa del vaccino

Il dottor Andrea Crisanti chiede una revisione del consenso informato che i cittadini firmano prima di ricevere il vaccino anti-Covid. Con l’estensione del Super Green Pass, infatti, per il professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova si tratta di un vero e proprio l’obbligo vaccinale mascherato, che però non tutela il cittadino in caso di effetti indesiderati del farmaco. “Io sono super favorevole a questa misura, ma bisogna riconoscere quello che è. Si tratta di un obbligo di fatto, perché se una persona ne ha bisogno per lavorare senza Super Green Pass non può mantenere la famiglia, non può vivere. Se tu obblighi una persona a vaccinarsi, direttamente o indirettamente, tu come Governo devi assumerti qualsiasi tipo di responsabilità. Credo quindi debba essere rivisto il consenso informato. Per rispetto dei cittadini se tu fai un obbligo camuffato devi levare il consenso informato, in quel modo diventa un consenso estorto”, ha affermato Crisanti durante il programma Controcorrente, in onda su Rete4.

La giornalista Claudia Fusani fa notare che anche sul bugiardino di una semplice tachipirina ci sono scritte le possibili controindicazioni, ma il dottore replica: “non si può obbligare un cittadino ad effettuare una terapia senza l’esistenza di una legge che lo renda obbligatorio, altrimenti sarebbe un Tso. Quindi se tu metti una legislazione che di fatto lo rende obbligatorio, allora il foglio che si firma non è più un consenso informato ma un consenso estorto. Poi possiamo esserne d’accordo o meno, ma credo che lo Stato debba assumersi la responsabilità”.

Condividi