WeBuild, altro che Stretto di Messina: in Romania quasi pronto il ponte sospeso di Brăila, sarà il più lungo in Europa continentale

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Completati i lavori sui cavi di supporto per il ponte Brăila, il Danubio non sarà più un fiume insuperabile

Il cantiere si trova in Romania, dove una “joint venture” guidata dal Gruppo Webuild è al lavoro per portare a termine un’opera di grande complessità e che sarà in grado di migliorare notevolmente la mobilità dell’area, consentendo ai 7.000 veicoli che ogni giorno attraversano il grande fiume in traghetto di fare il salto in due minuti. In questo momento, ci vogliono 45 minuti. La situazione è molto simile a quella che riguarda lo Stretto di Messina tra la Sicilia e la Calabria, dove ancora però (nonostante l’esistenza di un progetto immediatamente cantierabile) si stanno ancora avanzando studi di fattibilità (o di dubbia utilità!).

Nel suo affaccio nella zona di Brăila (cittadina di circa 200.000 abitanti della Romania orientale), il Danubio sembra un mare insuperabile, circondato da verdi pianure. Siamo a 165 chilometri (102 miglia) dal delta del fiume e a 8 chilometri (5 miglia) dal centro di Brăila, una zona strategica quindi per il commercio nazionale e internazionale vista la sua vicinanza ad uno dei porti commerciali più importanti del fiume. Infatti, l’economia di Brăila è quasi interamente legata al traffico commerciale, grazie ad uno scalo in grado di ospitare navi oceaniche di medie dimensioni. Ecco perché la costruzione del ponte è così importante. È stato commissionato da CNAIR, la società statale guidata dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture rumeno e finanziata dal Programma Operativo per le Grandi Infrastrutture dell’Unione Europea (POIM). L’obiettivo dell’Europa è sviluppare l’economia del Distretto di Tulcea (che comprende la vicina area del Delta del Danubio, selezionata dall’UNESCO per la sua lista dei Patrimoni dell’Umanità e Riserve della Biosfera, e quindi una destinazione turistica). Comprende anche Brăila (l’area intorno al ponte) e l’intera regione nord-orientale della Romania.

 

Dal punto di vista tecnico, i cavi di sostegno del ponte sono sollevati e galleggiano a decine di metri sopra le acque del Danubio. Per quattro mesi, 150 persone hanno lavorato all’assemblaggio di questi due enormi cavi: 18.000 fili di acciaio intrecciati, un peso totale di 6.775 tonnellate e una lunghezza complessiva di circa 38.000 chilometri, ovvero 23.612 miglia (poco meno della circonferenza terrestre). L’opera è al 59% del suo completamento e sarà terminata nel giro di qualche mese.  Il progetto finale prevede un ponte sospeso con una campata centrale di 1.120 metri (3.674 piedi), una lunghezza totale di 1.975 metri (6.479 piedi) e dotato di 4 corsie di circolazione, con corsie di emergenza, piste ciclabili e pedonali.

Il ponte sarà quindi collegato al resto della viabilità esistente, che prevede anche la realizzazione di due viadotti di accesso, ciascuno lungo 90 metri , un viadotto di 220 metri (721 piedi) necessario per attraversare la ferrovia Brăila-Galati, nonché una nuova rete stradale di collegamento lunga 21 chilometri (13 miglia). Tutte queste opere accessorie fanno parte del progetto che sta portando avanti Webuild insieme al suo partner giapponese IHI Infrastructure Systems Co Ltd. Si tratta di un’opera complessa anche per le argille morbide presenti nel terreno, e per la sismicità medio-alta del zona. Sono state utilizzate tecniche molto avanzate, anche per la fondazione del ponte, come pali di grande diametro, scavi di pozzi estesi e profondi, nonché i più avanzati sistemi di estrazione dell’acqua da falde acquifere sotterranee.

Insomma, dal Long Beach International Gateway Bridge in California al Ponte San Giorgio a Genova, dal Terzo Ponte sul Bosforo in Turchia allo Skytrain di Sydney, Australia. La storia di Webuild è segnata dalla costruzione di ponti unici in tutto il mondo, per un totale di 1.000 chilometri (621 miglia), l’equivalente di un unico grande ponte che collegherebbe Parigi a Berlino. Queste grandi opere moderne che riducono notevolmente il tempo impiegato dai veicoli sulle strade, migliorano il sistema di collegamento. Le infrastrutture di questo tipo riducono notevolmente il tempo impiegato per gli spostamenti e migliorano anche il trasporto ferroviario nel caso dei viadotti, contribuiscono così all’obiettivo di una mobilità sempre più sostenibile. Sarebbe un’occasione importante per Messina e Reggio Calabria poter sfruttare un contributo del genere, ma ancora oggi col Governo Draghi e il Ministro Enrico Giovannini tutto questo sembra impossibile.

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