50 docenti da tutto il mondo si scagliano contro il Green Pass in Italia: “scandalizzati e preoccupati per la libertà accademica”

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La lettera che fa rumore: oltre 50 docenti universitari di atenei di tutto il mondo si scagliano pesantemente contro il Green Pass e contro l’uso discriminatorio che se ne sta facendo in Italia, partendo dal presupposto storico dell’università italiana quale garante, da 900 anni, di accoglienza, tutela, libertà e mobilità dei docenti

Il Green Pass non lo vuole più nessuno. Anche i professori si scagliano contro il certificato verde. Per la precisione, oltre 50 docenti universitari di atenei di tutto il mondo hanno scritto una lettera aperta in cui criticano aspramente lo strumento e l’uso che se ne sta facendo in Italia, il paese che più di tutti ha utilizzato il Green Pass in maniera così dura. Nel documento, i docenti si dicono “scandalizzati” e “particolarmente preoccupati per la libertà accademica” in Italia per via del certificato verde e per gli obblighi imposti a studenti, docenti e personale. La lettera dei professori internazionali parte dal presupposto storico dell’università italiana quale garante, da 900 anni, di accoglienza, tutela, libertà e mobilità dei docenti: “proprio per questo motivo la discriminazione nelle università italiane, faro di civiltà per molti, acquista un pericoloso valore simbolico per tutti noi”.

La lettera è stata firmata e condivisa da diverse personalità intellettuali straniere – dalle Università di New York, Cambridge, Melbourne, Buenos Aires, California (Santa Barbara), Amsterdam, per citarne alcune – che reputano “ingiusta e illegittima la discriminazione sociale introdotta con il Green Pass che limita molte delle libertà umane fondamentali. Scandalizzati che la maggior parte degli organi accademici possano permettere tali discriminazioni. Esprimiamo grande preoccupazione per la gestione dell’emergenza pandemica in atto e per le conseguenze che questa ha già avuto e potrà avere sulla vita della popolazione a partire dal mondo dell’università e della scuola. Siamo particolarmente preoccupati per la libertà accademica che è un pilastro dello Stato di diritto e una manifestazione delle più alte della dignità umana. Libertà accademica significa libertà d’insegnare, di studiare e di apprendere senza alcun tipo di interferenza e di condizionamento”.

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