Così si muore sui traghetti: quale sicurezza nello Stretto senza il Ponte?

StrettoWeb

La tragedia dell’Euroferry Olympia e la sicurezza dei trasporti nello Stretto: tutti i rischi del nopontismo

Continuano per il quarto giorno consecutivo nel canale di Otranto, al largo di Corfù, le attività di soccorso sull’Euroferry Olympia, il traghetto del gruppo Grimaldi che all’alba del 18 febbraio è stato distrutto da un incendio mentre era in viaggio da Igoumenitsa a Brindisi. L’imbarcazione è ancora un inferno e ieri i soccorritori hanno trovato il corpo di un camionista greco di 58 anni carbonizzato all’interno della cabina del proprio tir. Altre 10 persone risultano disperse e dopo così tanto tempo, ormai si cercano solo i resti dei corpi. Il dramma dell’Euroferry Olympia colpisce molto da vicino la comunità dello Stretto di Messina, che vive da sempre a stretto contatto con i “ferribotti” come si usa definire i traghetti in un goliardico gergo dialettale proveniente dall’inglese “ferry boat”. Tra le due sponde dello Stretto viaggiano quotidianamente tre flotte di imbarcazioni che trasportano pedoni, mezzi gommati e treni, per un totale di 19 traghetti, esclusi gli aliscafi riservati ai pedoni che sono altri cinque natanti, tra cui abbiamo ancora gli storici Tindari Jet e Selinunte Jet, gemelli dello sfortunato Segesta Jet che nel pomeriggio del 15 gennaio 2007 durante l’attraversamento dello Stretto entrò in collisione con la nave portacontainer Susan Borchard, un incidente che provocò 4 morti e decine di feriti.

 

Foto di Franco Cufari / Ansa

La sicurezza dei trasporti via mare è sempre un argomento molto delicato: le compagnie di navigazione hanno un’enorme responsabilità e adottano le migliori misure possibile per ridurre al massimo il rischio di incidenti, che però non si può mai eliminare del tutto. Certamente il trasporto tramite il Ponte sullo Stretto sarebbe molto più sicuro, oltre a risolvere una miriade di problemi legati alla mobilità e alle interconnessioni del territorio meridionale. Nella recente ordinanza con cui le Regioni Sicilia e Calabria disponevano l’eccezione all’obbligo di “Super Green Pass” per i trasporti nello Stretto, precisavano anche che “i soggetti muniti del solo Green Pass base, che utilizzano i mezzi tra la Regione Calabria e la Regione Sicilia a bordo di auto o di altro mezzo di trasporto, hanno l’obbligo di rimanere sui rispettivi veicoli per tutto il tempo della traversata“. Qual è il livello di sicurezza che si impone per viaggiatori a cui è consentito di salire sul natante, ma poi è vietato scendere dal proprio veicolo? E chi avrebbe risposto se fosse accaduto qualcosa?

Oggi per fortuna quest’assurda discriminazione è finita grazie all’emendamento votato dal parlamento che ha eliminato il Super Green Pass dai trasporti per le isole, lasciando per tutti quello base. Ma il punto della sicurezza sui mezzi marittimi rimane, nonostante gli sforzi e le attenzioni delle società di navigazione. E’ il rischio del nopontismo.

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