Covid nel mondo: anche in Danimarca addio alle restrizioni, la Francia allenta. Oms: “verso la fine della fase acuta”

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L’Oms frena nel dire che la fine della pandemia è vicina, ma in diversi Stati le misure anti-Covid si stanno allenando grazie all’ampia copertura vaccinale

La variante Omicron del Covid-19 potrebbe segnare la fine della pandemia. Dopo l’ormai famosa strategia del Regno Unito, anche la Danimarca dà il primo segnale forte nel Vecchio Continente, diventando il primo Paese a tornare al liberi tutti. Con la stessa fiducia nei vaccini, anche la Francia allenta le restrizioni. E puntando sui booster, secondo l’Oms, sarà possibile uscire dalla fase acuta a breve. L’ondata di contagi Omicron in Danimarca è in crescita, ma le autorità sanitarie ritengono che il picco sia vicino. E soprattutto, oltre il 60% della popolazione ha ricevuto la dose booster, rispetto alla media Ue del 45%. Tutti questi elementi hanno convinto il governo ad eliminare le ultime restrizioni, come l’obbligo di mascherina e di pass vaccinale, e i limiti di orario per bar e ristoranti. Rimane soltanto la raccomandazione a comportamenti responsabili, di cui i cittadini danesi hanno già dato prova in questi due anni di pandemia.

Se la Danimarca è tornata al liberi tutti, così come la Gran Bretagna, altri paesi europei hanno avviato un percorso graduale di revoca delle restrizioni. Grazie ad un livello di ricoveri inferiore rispetto alle ondate precedenti. Ultima in ordine di tempo è stata la Francia, dove non ci saranno più limiti di accesso ai luoghi aperti al pubblico e finirà l’obbligo di smart working per alcuni mestieri e di mascherina all’aperto. Parigi ha confermato la tabella di marcia adottata le scorse settimane perché ci sono “segnali incoraggianti”, ha spiegato il portavoce del governo Attal: un calo della curva dei contagi per 6 giorni consecutivi, che diventano 10 se si guarda ai numeri delle terapie intensive. E la variante Delta, più pericolosa di Omicron, è praticamente scomparsa.

In Austria, dove le restrizioni sono ancora molto rigide, si sta procedendo su un doppio binario. Nei prossimi giorni e per tutto febbraio ci sarà un allentamento delle misure, dal coprifuoco alla limitazione del super green pass, mentre è appena stato revocato il lockdown per i no vax (a cui comunque restano interdetti negozi, bar e ristoranti). Allo stesso tempo, però, è entrato in vigore l’obbligo di vaccino per tutti gli adulti (over 18), con multe fino a 3.600 euro. Un provvedimento unico in Europa, ma giudicato necessario dal governo per aumentare gli attuali tassi di immunizzazione, fermi al 72% (doppia dose).

La situazione dell’epidemia rimane ancora complicata nelle aree dell’Europa orientale, dove la curva si era abbassata da metà novembre. La Romania, che ha immunizzato solo il 40% della popolazione, registra continui record di contagi ed oltre l’80% delle terapie intensive sono occupate da pazienti non vaccinati. Un ennesimo picco di casi anche in Russia, dove crescono i decessi. Mentre la percentuale di vaccinati con due dosi non raggiunge neanche il 50%.

Con il ricorso generalizzato ai vaccini ed ai booster, in Europa “c’è motivo di speranza e ottimismo che potremo uscire dalla fase acuta della pandemia”, ha rilevato il direttore regionale dell’Oms, Hans Kluge. Perché l’ondata di Omicron appare “forte ma breve”, dai 20 ai 25 giorni, ed “un certo numero di Paesi ha raggiunto il picco o è in una fase in calo“. Cautela, invece, è stata espressa dall’organismo Onu nella sua valutazione a livello globale della pandemia. “E’ prematuro per qualsiasi Paese dichiarare vittoria” perché “il virus è pericoloso ed in continua evoluzione”, ha rilevato il direttore generale Tedros Adhanom nel consueto briefing da Ginevra. Respingendo la “narrativa secondo cui la vaccinazione e la minore gravità di Omicron non rendano più necessario prevenire la trasmissione”. In una fase in cui, ha avvertito, in diverse parti del mondo “stiamo iniziando a vedere un preoccupante aumento dei decessi”.

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