Crisi Russia-Ucraina, l’allarmismo USA ha fatto più danni di Putin: crollo delle Borse, paura ed evacuazione di massa

StrettoWeb

Crisi Russia-Ucraina, infondato l’allarmismo USA su un imminente attacco: Putin, non si muove e apre al dialogo, intanto crollano le Borse fra paura ed evacuazioni di massa

Secondo quanto annunciato, a più riprese, dall’intelligence americana, la Russia sarebbe stata sul punto di effettuare un imminente attacco in Ucraina. Sono stati giorni di terrore in attesa di un invasione militare, un raid aereo, un pretesto che giustificasse l’inizio di una guerra. Ma fortunatamente non è avvenuto nulla di tutto ciò. La Russia ha addirittura annunciato il ritiro delle truppe (non confermato da fonti europee, dell’Alleanza atlantica o degli Stati Uniti) dal confine ucraino, utilizzate congiuntamente alla Bielorussia per un’esercitazione militare mirata a contrastare attacchi aerei esterni e a simulare risposte a eventuali attacchi terroristici.

La crisi non è certamente rientrata, ma si fa sempre più remota la possibilità di una guerra, con annessi risvolti negativi sul piano politico-economico, che non converrebbe innanzitutto alla stessa Russia, il cui obiettivo è mantenere l’Ucraina fuori dalla sfera d’influenza della Nato. Putin ha sbeffeggiato, neanche velatamente, la strategia comunicati USA negli ultimi giorni. “A volte il presidente Vladimir Putin  ci chiede di controllare se hanno pubblicato l’ora esatta in cui comincerà la guerra“, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che ha poi aggiunto “per noi è impossibile capire la follia di questa informazione maniacale“. Si tira un sospiro di sollievo e si tirano anche le somme: l’infondato allarmismo scatenato dagli USA ha fatto più danni di Putin. L’annuncio di un imminente attacco russo, da parte dei servizi segreti americani, ha scatenato un clima di grande tensione, al quale ha fatto seguito l’effetto domino delle richieste di evacuazione dall’Ucraina dei propri cittadini arrivate dai principali Paesi di tutto il mondo.

Per non parlare dei risvolti economici della vicenda. Nella giornata di ieri le Borse europee sono crollate a picco. In Piazza Affari l’indice Ftse Mib, dopo aver sfiorato ribassi del 4% in corso di seduta, ha chiuso in calo del 2,04% a 26.415 punti. Madrid ha concluso in calo del 2,5%, Parigi del 2,2%, Francoforte di due punti percentuali. In ribasso dell’1,7% finale sia Amsterdam sia Londra, con Mosca che nei diversi indici si muove su cali tra il 3 e il 2%. E l’indice Stoxx 600, che raggruppa i 600 titoli maggiori del Vecchio continente ha perso l’1,9% finale, che si traduce in 201 miliardi di capitalizzazione bruciati in una sola seduta. Lo spread tra Btp e Bund, dopo aver aperto a 171 punti, ha chiuso a 168 con un tasso del prodotto del Tesoro all’1,96% contro l’1,94% dell’avvio. Calo che ha colpito anche le Borse in Asia: in forte flessione Tokyo (-2,23%), in rosso anche Hong Kong (-1,38%), Shanghai (-0,98%) e Shenzhen (-0,76%).

Condividi