Crisi Russia-Ucraina, il piano d’attacco di Putin secondo gli USA: prima un pretesto, poi cyberattacchi e bombardamenti

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Anthony Blinken, segretario di Stato USA, spiega quale potrebbe essere il piano d’attacco di Putin: si parte con la ricerca di un pretesto, poi cyberattacchi e azioni militari via aria e via terra contro obiettivi sensibili

Ancora pochi giorni e la Russia attaccherà l’Ucraina“. Un sinistro presagio che dagli Stati Uniti viene ripetuto periodicamente. Ma, nella nefasta possibilità che una guerra possa effettivamente iniziare, come verrebbe messo in atto il piano d’azione della Russia per invadere l’Ucraina? Lo spiega Anthony Blinken, segretario di Stato degli USA.

Prima di tutto, Mosca ha bisogno di un “pretesto” per giustificare l’invasione, in modo tale da non apparire come chi ha dato il via alle ostilità, ma camuffando l’offensiva militare come una semplice risposta difensiva. Difficilmente l’Ucraina, con centinaia di migliaia di soldati appostati sul proprio confine, farà la prima mossa: sarebbe del tutto illogico e controproducente, praticamente una condanna. Dunque, il pretesto la Russia potrebbe crearselo da sè. Secondo Blinken esiste la possibilità che Mosca possa “teatralmente convocare riunioni di emergenza” per rispondere a operazioni sotto falsa bandiera, dando poi inizio alla guerra. Fra i falsi pretesti presi in considerazione potrebbero esserci “un attentato terrorista sul suolo russo, la scoperta di una fossa comune, un attacco con armi chimiche o un’offensiva con droni sui civili“.

Successivamente, Mosca darebbe il via alle operazioni con cyberattacchi e azioni militari. Per prima cosa, verrebbero interrotte comunicazioni ed elettricità per complicare la risposta della resistenza ucraina, bersagliata poi dai bombardamenti. Infine “partirebbe l’attacco via terra“, spiega Blinken, con “carri armati e soldati” in avanzata su “una serie di obiettivi già identificati, tra i quali la capitale Kiev, una città di quasi tre milioni di abitanti“. Putin punterebbe inoltre a prendere di mira “gruppi specifici di ucraini“: l’autorevole giornale tedesco “Bild” aveva suggerito che il Cremlino volesse togliere di mezzo e rinchiudere in campi di detenzione potenziali leader della resistenza ucraina.

Il vice-ministro degli Esteri russo Sergey Vershinin ha negato ogni accusa giudicando gli scenari militari evocati da Blinken come “pericolosi e deplorevoli”, nonchè fonte di tensione che finisce per ledere la diplomazia internazionale.

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