La Guardia di Finanza a casa di Giuseppe Conte: l’ex Premier nel mirino di un’inchiesta su incarichi e consulenze

StrettoWeb

L’inchiesta farebbe riferimento alle rivelazioni dell’avvocato Piero Amara e alla fantomatica Loggia Ungheria

La Guardia di Finanza avrebbe fatto visita a Giuseppe Conte per fare luce su incarichi e consulenze acquisite dall’ex premier negli anni scorsi, tra il 2012 e 2013. E’ quanto riporta “Il Domani”. L’inchiesta che farebbe riferimento alle rivelazioni dell’avvocato Piero Amara e alla fantomatica Loggia Ungheria. Amara avrebbe parlato delle consulenze di Conte e del suo mentore Guido Alpa, che si sono sempre dichiarati estranei a ogni addebito, e di aver “raccomandato” alcuni avvocati a Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni esterne di Acqua Marcia. “Le nomine erano necessarie per ottenere l’omologazione del concordato davanti al tribunale di Roma. La Guardia di Finanza ha effettuato analoghe perquisizioni anche nelle case di altri avvocati collegati in qualche modo alla vicenda”, scrive.

Secondo il quotidiano del direttore Stefano Feltri, gli uomini della Finanza dopo essere stati nella casa che Conte condivide con Olivia Paladino si sarebbero presentati da Guido Alpa. Poi hanno svolto le stesse acquisizioni di documenti a casa di Enrico Caratozzolo e Giuseppina Ivone, altri togati che hanno lavorato con Alpa e Conte. Al quotidiano risulta che sia stato Alpa a fatturare per 400 mila euro, ma Conte ne avrebbe incassati soltanto 100 mila. “Il nuovo fascicolo d’indagine è a modello 44 (ad oggi, dunque, senza indagati) ed è arrivato da poco sulla scrivania della magistrata romana Maria Sabina Calabretta. La pm ha ereditato la pratica dai colleghi di Perugia che indagano da mesi sulle dichiarazioni dell’imprenditore Piero Amara”, scrive Il Domani, secondo cui “l‘inchiesta da Milano era stata trasferita per competenza alla procura umbra proprio perché le dichiarazioni lasciavano intendere che qualche giudice della capitale avesse commesso illeciti. Adesso è arrivata a piazzale Clodio perché nessun magistrato romano è stato identificato dagli uomini di Raffaele Cantone, che però non hanno voluto archiviare la pratica”. Secondo altre fonti vicine all’inchiesta, Conte avrebbe ottenuto tra il 2012 e il 2013 conferimenti d’incarico per un valore totale di circa 400mila euro. L’ex premier, senza specificare la cifra precisa, aveva detto a Domani che comunque i suoi guadagni “erano stati incassati solo in parte. Non vedo nessun conflitto di interesse per quel che mi riguarda: trattasi infatti di epoche diverse, l’incarico per Marseglia risale a due anni dopo”.

Condividi