I procuratori, croce e delizia delle società di calcio

StrettoWeb

L’analisi sul mondo dei procuratori sportivi e su come hanno cambiato il mercato

Oggi, insieme ai nostri lettori, vorremmo discutere e confrontarci su un argomento sportivamente spinoso: i Procuratori sportivi, “croce e delizia”, soprattutto, delle Società di Calcio. Prendiamo ad esempio l’ultimo prestigioso colpo della Juventus: l’acquisizione del calciatore Vlahovic, il cui cartellino, fino a qualche giorno fa, è stato di proprietà della Fiorentina. In un mondo del Calcio che, specialmente in Italia, piange miseria, pare che la Fiorentina abbia riconosciuto 15 milioni di euro al Procuratore di Vlahovic, Darko Ristic. Tutto ciò in un periodo dove la Serie A ha perso 1.500.000.000 (dicasi un miliardo e mezzo) di euro di incassi, oltre la scarsa competitività dei nostri club rispetto ad altre Leghe (vedi, per esempio, quella Inglese). E, chiaramente, i nostri Dirigenti per tenere testa agli altri Club europei, spesso non trovano di meglio indebitandosi.

Le nostre società sono brave a sfidarsi sul terreno sportivo e meno brave sui risultati finanziari e di fronte alla crisi pandemica che ha investito il settore, vedono la sostenibilità come un cappio al collo. Non riescono a ridurre i costi e, tantomeno, a come fare per aumentare i ricavi. Spesso non si riescono a programmare piani industriali credibili, né si pensa ad investire seriamente e concretamente sui vivai. Anzi, in alcuni casi, diventano un ostacolo che si deve sopportare perché obbligati dalla Federazione. Concedono contratti biennali e triennali con molta facilità a tecnici ed a calciatori, probabilmente spinti dal procuratore del momento, per poi, nei mesi successivi, pentirsene amaramente per gli scarsi risultati raggiunti, con la conseguenza di mettersi sul groppone uno stipendio lordo, salato e dispendioso. E con il rischio di perdere “baracca e burattini”.

Le società alla politica non chiedono stadi nuovi (cercano, anzi, di costruirli loro. Ci domandiamo fino a quanto è conveniente? Sono convinti che ci possa essere un ritorno in pochi anni? Quanti Presidenti investitori riescono a gestire per molti anni una società di calcio che spesso dipende soltanto dai risultati sportivi?) La Politica, spesso presa da altre problematiche prioritarie, prende tempo, spesso infinito, cercando “il pelo nell’uovo” perché “ha paura” di essere attaccata da chi potrebbe fare il moralista denunciando che si rischia di spendere i soldi per sovvenzionare “i ricchi spreconi” o da altri fattori esterni che hanno interesse affinché l’opera non si costruisca. Nel contempo “i ricchi spreconi” si stancano ed abbandonano o falliscono. In diversi casi i Presidenti, gli Amministratori, i Direttori Sportivi si legano “mani e piedi” a faccendieri che lucrano sulle loro debolezze, sulle loro incapacità, sui loro sentimenti, rischiando di non rispettare la legalità. E qui qualche procuratore, con “il pelo sullo stomaco” ci sguazza firmando accordi poco chiari con le società, in qualche caso si siedono al tavolo delle trattative rappresentando più parti in causa, anche in conflitto di interessi tra loro. Alla fine, spesso, il risultato si risolve in loro favore perché sanno che il “campione” di turno è parte di una scommessa sulla quale il management sportivo ha investito sul suo futuro. Le Federazioni, soprattutto quella Italiana ,gestita magistralmente da Gabriele Gravina, le Istituzioni calcistiche Europee e Mondiali, stanno cercando una soluzione per mettere un freno a questa “abitudine”. Basta mettere un tetto agli emolumenti degli agenti? Così operando potrebbe essere incentivato il mercato nero o la concorrenza straniera? Noi crediamo che soltanto applicando regole molto rigide e non aggirabili si potrebbe risolvere la situazione. Spesso, purtroppo, i Presidenti si fanno “accecare” dall’emergenza, dalla concorrenza, dal rischio di perdita dell’immagine, dalla perdita di credibilità, dagli insulti per i risultati mancati. In tanti casi ci sono grandi veri imprenditori che nel calcio si trasformano perché la passione mostra il loro lato oscuro che si può pensare come ad una forma di masochismo.

In questo contesto rischia di sfuggirgli il rispetto delle regole, vedono tranelli in ogni cosa, malafede da parte di ogni interlocutore. Ciò rischia di fargli perdere accordi commerciali lungimiranti, di valutare le eventuali riforme dei campionati che portano un migliore business, l’importanza dei rapporti con i tifosi ed altre fonti di reddito che, lavorando in emergenza, si possono disperdere. Tornando all’acquisizione di Vlahovic, preso come l’esempio più recente, non è pensabile acquisire le prestazioni di un calciatore spendendo 70/75 milioni, firmare un contratto per 4 anni riconoscendo al calciatore 7 milioni netti a stagione che al lordo per la società corrisponderebbero a circa 16/18 milioni a stagione. Mentre per il procuratore pare che si parli di una cifra pari a 15 milioni. Tutte queste procure, intermediazioni, assistenze legali ed il calcio mercato fanno girare un mare di soldi che fanno scandalizzare i tifosi ed i cittadini che non si interessano di calcio. Secondo un report della FIFA le commissioni riconosciute ai vari tipi di procuratori, nel 2021 sono pari a 450 milioni di euro. Tutti i tipi di procuratori non intendono sottostare ad alcuna regola, ad alcuna norma, ad alcun “tetto”. Non sono accettabili alcune cifre che si corrispondono per l’acquisizione di un calciatore o di un atleta ad un procuratore, mentre un professionista che raggiunge un ruolo primario con un impegno di valore “interplanetario” che studia per 50 anni, non riesce neanche immaginare di guadagnare queste cifre iperboliche. Come non è accettabile che un procuratore di calciatore medio di serie B o di serie C, non venga retribuito per il suo lavoro e deve “sudare le sette camicie” ricorrendo ai decreti ingiuntivi o sul blocco degli incassi o dei contributi nella Lega di competenza di una società per incassare il suo credito.

A noi, cittadini comuni, questo modo di lavorare non ci “cala”. Fermo restando che per scelta “smontiamo” il concetto che la vita lavorativa del calciatore è abbastanza corta perché qualunque professionista, qualunque lavoratore, può rischiare di finire la propria attività prima del previsto, per un incidente, per una operazione chirurgica sbagliata, per un computo metrico sbagliato per cui cade un palazzo, per una sentenza sbagliata, per un investimento sbagliato e potremmo portare avanti tanti altri esempi di altri campi della vita per sostenere la nostra idea. L’atleta svolge fino ad una certa età il suo lavoro sportivo nel contempo può investire i suoi guadagni, può iniziare una miriade di attività ed alla fine, ad una certa età, riceverà la sua pensione. Noi, uomini di strada che “battiamo” i marciapiedi, ci chiediamo perché i rapporti finanziari tra società e calciatori, con i tecnici, con i procuratori ed altri addetti ai lavori non possono seguire un altro iter che a noi sembra più semplice e lineare. Forse il nostro ragionamento è banale!

Ecco alcuni esempi:

  • una società ed un calciatore nel momento in cui sono interessati, l’una ad acquisire i servizi del calciatore e l’altro a prestare la propria opera, stabiliscono l’ingaggio al netto di ogni dare ed avere. In questo caso ognuno si paga le proprie tasse di competenza;
  • non ci sarebbe motivo per cui la società si dovrebbe fare carico dei costi dei contributi dei suoi dipendenti;
  • per quanto riguarda il ruolo del procuratore lo stesso potrebbe essere ricompensato da chi lo ha cercato per garantirsi la sua assistenza. Cosi facendo il problema è di chi contatta il professionista.
  • così operando, a nostro modesto parere, ognuno può chiedere “la luna” se c’è qualcuno disponibile ad usufruire dei suoi servizi, come ognuno può offrire “la luna” per acquisire le prestazione di un altro.

E’ così tutti vissero felici e contenti, senza contenziosi, senza accordi “astrusi” che sanno di operazioni poco chiare o di “burocrazia spicciola” di coloro che fanno parte dell’UFFICIO COMPLICAZIONI AFFARI SEMPLICI (USCA). La nostra può essere vista come una proposta “bislacca”, senza senso. Permetteteci, comunque, di sognare che, qualche volta, un pensiero stravagante può avere ospitalità in casa di una burocrazia che rischia di complicare la vita delle persone semplici ma oneste!!!

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