La guerra con gli occhi di una ucraina filorussa che vive a Reggio Calabria: “nessuno vuole il conflitto, ma le tensioni durano da anni. Zelensky trovi un accordo con Putin” [VIDEO]

StrettoWeb

Il percorso storico che ha portato all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, i governi che negli ultimi anni hanno strizzato l’occhio all’Europa e il genocidio in Donbass: la (contro) testimonianza di una donna ucraina di origini russe che da diversi anni vive in Italia

Tutto il mondo osserva con apprensione quello che sta avvenendo in Ucraina. Ormai da qualche giorno le truppe russe hanno invaso il Paese ed ogni città sta subendo attacchi e bombardamenti su ordine di Vladimir Putin. Ovviamente, nel momento in cui scoppia una guerra, è necessario cercare di capire quali sono stati i motivi che hanno dato via al conflitto, pur condannando con fermezza qualsiasi atto di violenza e tentativo di repressione con le armi. Presso la redazione di StrettoWeb abbiamo ascoltato la testimonianza di una cittadina ucraina di origine russa (ha scelto di restare anonima), ormai stabilmente integrata nella città di Reggio Calabria da diversi anni, che ha fornito la sua versione dei fatti, mostrando una visione maggiormente filo-russa.

“La gente ucraina è in fuga verso l’Europa da diversi anni, non lo trovo giusto, penso che il governo non ha messo i propri cittadini nelle condizioni di poterci rimanere”, è il pensiero critico di M. in merito alla politica del presidente Zelensky e dal predecessore Poroshenko. “E’ una politica di imbroglioni – sottolinea M. – , lo stesso Zelensky aveva promesso che la guerra in Donbass sarebbe finita nel giro di poco tempo, invece i cittadini di quel territorio e di Lugansk sono stati descritti come un’associazione terroristica, ma non era vero nulla. Neppure i patti di Minsk sono stati rispettati dal governo di Kiev”. Il Protocollo di Minsk a cui si riferisce la donna era un accordo raggiunto il 5 settembre 2014, sarebbe servito per porre fine alla guerra dell’Ucraina orientale. La firma è stata raggiunta dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull’Ucraina, composto dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck (DNR) e Repubblica Popolare di Lugansk (LNR), e prevedeva un cessate il fuoco immediato nel Donbass, lo scambio dei prigionieri e l’impegno, da parte dell’Ucraina, di garantire maggiori poteri alle regioni di Doneck e Lugansk. Tuttavia, nonostante abbia portato ad un’iniziale diminuzione delle ostilità, l’accordo non è stato rispettato.

“Negli ultimi anni la situazione è nettamente peggiorata, alla gente di Donbass e Lugansk è stato tolto qualsiasi sostegno economico, anche le pensioni. Quando arrivavano gli aiuti, la gente che cercava di raccogliere un pezzo di pane veniva bombardata. E’ stato creato un odio tra le popolazioni, ma io sono contro questo”, sostiene M., ricordando anche quello che viene chiamato il “Genocidio” dei civili in Donbass e utilizzato in questi giorni da Putin per dare una giustificazione al suo intervento militare in Ucraina. “L’Europa parla di democrazia e di diplomazia, ma sino ad oggi chi si è interessato di quelle morti? Sono serviti i carri armati della Russia per catturare l’attenzione. Sono rimasti indifferenti di fronte alle difficoltà di una minoranza. Perché in Italia esistono delle Regioni a Statuto Speciale (Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna, ndr), garantendo specifiche forme di autonomia, mentre in Ucraina no?”, prosegue M..

Insomma, le tensioni sono vive sul territorio ucraino già da diverso tempo, ma a detta di M. nessuno ha cercato di calmare la situazione, che adesso è sicuramente degenerata. Dall’annessione della Crimea alla Russia, fino al rifiuto del presidente Viktor Janukovyc di firmare l’accordo di associazione tra l’Ucraina e l’Unione europea, questo scatenò la violenta rivoluzione ucraina del 2014 (tutti ricorderanno l’immagine passata alla storia del deputato Vitaliy Zhuravskye gettato in un contenitore della spazzatura) e seguì il governo di Petro Poroshenko, sicuramente più entusiasta dell’appartenenza all’UE. Il patto così divenne efficace il 27 giugno 2014, ma anche in questo caso non si riuscì a soddisfare la totalità del popolo ucraino, soprattutto la parte che risiedeva nelle regioni orientali. “Adesso è necessario avanzare delle trattative, Zelensky deve trattare con Putin, basta continuare a fornire armi ai civili. E’ come un fratello che viene invitato ad uccidere un altro fratello. Fino al 1991, quando poi l’Ucraina fu dichiarata Stato indipendente, non esisteva questo conflitto tra le varie nazionalità, non c’era questo clima d’odio”, afferma ancora la donna ucraina di origine russa.

Adesso, infatti, l’Unione Europa ha avviato diverse sanzioni nei confronti della Russia, che ovviamente si ripercuotono anche sui cittadini civili. Esempi molto evidenti si percepiscono non solo al livello economico, ma anche nel mondo dello sport (molte squadre di calcio si rifiutano di giocare contro squadre russe) o dello spettacolo e della cultura (il maestro Gergiev è stato escluso dal podio della Scala il 5 marzo dal Sindaco di Milano). “Cosa c’entrano lo sport o l’arte, quelli dovrebbero essere aperti a persone di qualsiasi nazionalità, non riesco a capire. Io voglio lanciare un messaggio alla popolazione, bisogna spiegare che il governo ucraino non ha fatto bene il suo lavoro, io penso questo, dovevo portare pace e tranquillamente nella popolazione affinché non ci sia l’operazione militare messa in atto da Putin in questo momento. Chi ha messo in atto quei genocidi contro la popolazione civile deve essere punito, non possono esistere delle ‘black list’ verso giornalisti o politici, siamo un Paese democratico. Se tutte le forze politiche pensano a negoziare, la situazione può risolversi. Io spero che presto possa tornare la pace, che tutti possano iniziare a pregare per sperare nel miglioramento della vita e non nella guerra o in un mondo peggiore”, è il messaggio di speranza con il quale M. chiude la propria testimonianza.

Guerra in Ucraina: la (contro) testimonianza di una cittadina ucraina filorussa che vive a Reggio Calabria [VIDEO]

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