Anche Roma ha la sua Gioconda: era nascosta a Montecitorio. E potrebbe essere di Leonardo…

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Scoperta sconvolgente a Roma: anche la città capitolina ha la sua Gioconda. E dalla Camera annunciano che potrebbe esserci stata la stessa collaborazione di Leonardo

Una scoperta che ha dell’incredibile è avvenuta a Roma. La città capitolina, infatti, ha scoperto di avere La Gioconda. Non proprio lei, l’originale, quella del Louvre di Parigi, ma quasi. Era nascosta in un deposito a Montecitorio, concessa nel 1925 dalla Galleria nazionale d’arte antica di palazzo Barberini. Quella che si trova in Francia è opera di Leonardo. E questa di Roma? Pure, forse. “Si tratta di una copia del quadro del Louvre realizzata dalla bottega di Leonardo, forse addirittura con la sua stessa collaborazione”, le parole del questore della Camera Francesco D’Uva.

“L’opera è pervenuta nel 1892 alla Galleria Nazionale dalla collezione Torlonia, nei cui inventari è documentata a partire dal 1814, come “copia della Gioconda di Leonardo da Vinci”, si legge sul sito parlamentare “Arte Camera“. “Purtroppo – si legge ancora – restano sostanzialmente ancora sconosciute le precedenti vicende materiali del quadro, che fu trasferito su tela, forse in Francia nella seconda metà del XVIII secolo, come lascerebbe supporre la grafia di un foglietto di carta incollato al telaio, scritto appunto in francese, che menziona esplicitamente l’operazione di trasporto della pittura”. Sul sito non si sbilanciano neanche circa l’autore: “Altrettanto incerta è pure l’identità del copista, e persino una sua generica collocazione geografica e cronologica, né, in questo senso, risulta di grande aiuto la diretta analisi comparata con l’originale leonardesco, trattandosi appunto di una copia che aspira a replicare diligentemente il suo modello”.

Eppure D’Uva fa riferimento a possibili collaborazioni dell’artista, addirittura il suo “tocco” nella realizzazione dell’opera. Nel catalogo della mostra romana del 2019 su “Leonardo a Roma, influenza ed eredità” – come riporta Repubblica – Antonio e Maria Forcellino hanno raccontato le caratteristiche della Gioconda romana, o “Gioconda Torlonia”. Le velature negli incarnati e nel paesaggio sono di una “trasparenza che echeggia in maniera puntuale la tecnica esecutiva di Leonardo operata nel dipinto del Louvre”, hanno affermato. Confessando anche che “la tecnica pittorica … è così raffinata da lasciare presupporre che lo stesso Leonardo abbia messo mano alla definizione chiaroscurale del volto dato che non si conoscono altri pittori ai quali possa essere riferito un tratto così leggero nella resa dello sfumato”. Insomma, una mano così “delicata” che – a detta loro – sembra che non possa essere replicabile a quella del maestro.

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