Sanità in Calabria, Azzarà critica Occhiuto: “ci saremmo aspettati ben altro, al Gom di Reggio manca ancora il direttore generale”

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Il segretario della Uil Reggio Calabria ha messo in luce le criticità della sanità anche a livello regionale, focalizzando l’attenzione sulla tragedia che ha colpito la piccola Ginevra e in generale sulle migrazioni sanitarie verso altri territori

Una conferenza stampa per sintetizzare tutte le denunce sulle numerose criticità di cui soffre la sanità a Reggio Calabria. E’ ciò che ha organizzato questa mattina presso l’Aula Spinelli dell’ospedale Riuniti il segretario Uil, Nuccio Azzarà“Ci eravamo mossi in tempi non sospetti, in anticipo rispetto all’emergenza che poi si è verificata, speravamo che chi preposto fosse all’altezza della situazione. La venuta di Roberto Occhiuto pensavamo potesse portare un cambiamento, ma le morti e il dolore che sono in atto in queste strutture, sia per quanto riguarda i pazienti che gli operatori, non possono lasciare i sindacati silenti”, ha affermato ai nostri microfoni Azzarà.

“Bisogna parlare con il linguaggio della verità ai cittadini e intanto riconoscere ciò che spetta ai professionisti che lavorano negli ospedali con orari massacranti – prosegue Azzarà – . Al Gom c’è personale imboscato, personale che non fa il proprio dovere, nessuno lo richiama. Se siamo in guerra, tutti devono essere in prima linea. Serve inoltre un direttore generale, assente da quando l’ingegnere Jole Fantozzi è stata trasferita dal dipartimento, non è questo che ci saremmo aspettati dal governatore Occhiuto, chiederemo alle autorità competenti degli interventi conseguenti”. Il sindacalista ha poi commentato la vicenda della piccola Ginevra, morta per alcune complicanze legate al Covid-19, non curate in tempo nella “sua” Calabria e costretta al volo della speranza con l’aereo dell’Aereonautica Militare per raggiungere l’ospedale Bambino Gesù di Roma: “ci si indigna adesso che è accaduto il fatto, si istituiscono Commissioni d’inchiesta per stabilire di chi è la colpa? In un Paese civile questo non avviene, penso ad esempio a Flavio Scutellà, i casi di malasanità sono destinati a ripetersi all’infinito”. Infine, anche un riferimento ai “migranti sanitari”, ovvero i cittadini calabresi costretti a curarsi in altre città per la carenza di strutture: “350 milioni di euro l’anno che transitano verso le altre Regioni, quanto denaro che avremmo potuto utilizzare per assunzioni e miglioramenti al settore. La sanità in Calabria è solo un serbatoio per il malaffare”.

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