Sanremo 2022, chi è Rkomi? Il nome al “riocontra”, il padre mai conosciuto e l’album più venduto del 2021

StrettoWeb

Scopriamo chi è Rkomi, il rapper che ha portato a Sanremo 2022 il brano “Insuperabile”: il nome scelto con una tecnica particolare, il passato difficile e un album che ha dominato il 2021 musicale italiano

Si è presentato sul palco di Sanremo come se avesse appena finito un lungo viaggio in moto, con tanto di maschera tolta sulle scale dell’Ariston, outfit total black, giubotto e guanti in pelle. Eppure lo avevamo lasciato come “tassista”. Rkomi, l’autore di “Taxi Driver”, l’album più venduto nel 2021 in Italia, debutta a Sanremo con l’inedito “Insuperabile”. Scopriamo di più sulla vita e sulla carriera del giovane rapper.

Chi è Rkomi? Cresciuto in una famiglia di donne: rabbia, dolore e musica

Mirko Manuele Martorana nasce a Milano il 19 aprile del 1994. Cresce nella periferia est della città, precisamente a Calvairate, quartiere che viene spesso citato nei testi delle sue canzoni. Spiega di essere cresciuto in una famiglia di sole donne, composta dalla madre, dalla nonna e dalle sorelle: le uniche figure maschili di riferimento erano il fratello maggiore e l’insegnante di Muay Thai. “Ho vissuto in una famiglia di donne, ma mia madre è talmente tosta che mi ha fatto anche da papà. Poi avevo un fratello più grandi di nove anni. Io non ho mai conosciuto mio padre“, ha raccontato in un’intervista a “Oggi è un altro giorno”, nella quale ha poi spiegato come “dolore e rabbia sono stati importanti per la mia creatività. C’è stata prima una fase di dolore e poi di rabbia acutissima, che son riuscito a tenere a bada tra lavoro e arti marziali. A 18 anni decisi di lasciare la scuola e di andare a vivere da solo. A 21 anni ho avuto il coraggio di pubblicare un brano, sapendo già cosa significasse lavorare e mantenersi“.

Lasciato l’istituto alberghiero in cui studiava, Rkomi si dedica a diversi lavori (muratore, lavapiatti, barista) mentre divide l’appartamento con Tedua, grande amico fin dall’adolescenza, anche lui rapper emergente all’epoca e famoso oggi. Esordisce musicalmente nel 2012, a 18 anni, con “Keep Calm Mixtape”, “Quello che non fai” e “Cugini Bella Vita EP”. Dopo qualche anno di silenzio, nel 2016 torna sulla scena con l’EP “Dasein Sollen” che riscuote grande successo e gli permette di ottenere la chiamata di Calcutta che gli chiede di aprire per lui un live a Torino. Inizia dunque a collaborare con l’etichetta “Roccia Music” di Marracash: nel 2017 pubblica il suo primo album “Io in terra“, al quale seguono nel 2019 “Dove gli occhi non arrivano” e nel 2021 “Taxi Driver“. Tante le collaborazioni di spessore che vanno da Marracash a Guè Pequeno, passando per Sfera Ebbasta, Elodie, Irama, Gazzelle, Ernia e tanti altri. Nel 2018 ha scritto un libro dal titolo “Bere non Serve a niente“, una biografia nella quale spicca il motto “Prima se dovevo salire sul palco, mi spaccavo. Adesso spacco voi”.

Perchè si chiama Rkomi? La tecnica del “riocontra”

Amadeus, dopo averlo presentato, si è sincerato con lo stesso artista di aver pronunciato bene il suo nome d’arte. Del resto, non è comune in italiano trovare una grafia che affianchi R e K. In questo caso il nome Rkomi nasce dalla tecnica del “riocontra”, un modo di parlare diffusosi a Milano negli anni 80, utilizzato anche in alcuni film. La tecnica consiste nell’invertire la parte finale con la parte iniziale delle parole. Diego Abatantuono nel film “Il Ras del quartiere” (1983) ne riceve una spiegazione completa durante un dialogo con Jena (Mauro di Francesco): “ma come cazzo parli?“,  chiede Domingo (Abatantuono), “al contrario – risponde Jena – È un modo tosto per esprimersi. Treno diventa notre. Casa, saca. Cinque, quinci. È un modo per parlare senza farsi capire. È un gorge, un gergo“.

Si tratta di una tecnica di comunicazione in codice utilizzata per non far comprendere ad ascoltatori “indesiderati” la natura dei propri discorsi. Viene parlata dai ragazzi della periferia di Milano, compresa la Zona 4 in cui è cresciuto Rkomi, ma esistono anche varianti molto famose parlate all’estero come il Verlan francese e il Vesre nei barrios di Buenos Aires. Dunque il nome Rkomi è semplicemente la trasformazione al “riocontra” di Mirko, nome di battesimo dell’artista.

Testo di “Insuperabile”

L’amore per me è elettricità
Sto immergendomi nella corrente, le tue lentiggini
Uno ogni due sono come scalini che portano nell’Olimpo
In un mantello di nuvole bianche, cosa mi hai fatto
L’amore per me è quel lasso di tempo
Il messaggio sulle tue labbra
Era come un semaforo, Taxi Driver
Ci vorrebbe piuttosto un aereo
Non qualcuno che mi dica fermo, per andare nell’Olimpo
In un mantello di nuvole bianche
Cosa mi hai fatto
L’amore per me è quel lasso di tempo
In cui ci sentiamo da soli
Percepisco sangue freddo nelle mie vene
A cento ottantamila giri su una coupè
Due molotov in fiamme nella corrente
Ti stringo i fianchi, amore sei te
L’ultima curva, insuperabile
Insuperabile, insuperabile
Le sabbie sono diventate rosse
Abbiamo rovinato anche il cognome dei nostri
Siamo una sconfitta perfetta bambina
Il tempo che passa scoppia la clessidra
Paralizzanti sguardi su cui mi rifletto
Il respiro irregolare nello stesso letto
In cui ci sentiamo da soli
Percepisco sangue freddo nelle mie vene
A cento ottantamila giri su una coupè
Due molotov in fiamme nella corrente
Ti stringo i fianchi, amore sei te
L’ultima curva, insuperabile
Insuperabile, insuperabile
In bilico su un filo spinato, amo il pericolo
Ed io che mi ostino a starci sopra
Baci rubati, respiro gasolio
Sentimi il polso
Percepisco sangue freddo nelle mie vene
A cento ottantamila giri su una coupè
Due molotov in fiamme nella corrente
Ti stringo i fianchi, amore sei te
L’ultima curva, insuperabile
Insuperabile, insuperabile
Insuperabile, insuperabile

Condividi