Ucraina, il governo Draghi prepara i piani d’emergenza: dall’energia ai profughi, tecnici al lavoro tutto il weekend

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In settimana ci sarà poi una nuova ‘cabina regia’

Prosegue il lavoro tecnico del governo per preparare i piani di emergenza, dal fronte umanitario alla cybersicurezza: dopo le riunioni dei giorni scorsi, prima nella cabina di regia politica del Comitato politico strategico Cops, poi nel formato Nisp – il nucleo interministeriale situazione e pianificazione -, i ministeri si sono dati tempo nel weekend per elaborare i rispettivi piani di emergenza. Anche nell’incontro coordinato ieri dal sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli – presenti Interno, Difesa, Mef, Mise, Mite, Mims, Salute, Protezione civile, Agenzia per la cybersicurezza e servizi segreti, un tavolo che viene definito molto “operativo” -, si è fatto un esame delle emergenze più  immediate che si possono presentare nei prossimi giorni, non solo sul fronte dell’energia ma anche della salute, legata alla gestione dei profughi, e sul fronte dei potenziali attacchi informatici. Il tavolo dovrebbe riaggiornarsi a inizio settimana martedì o mercoledì, per valutare i piani che saranno definiti dalle singole strutture nel corso del weekend.

Si tratta, spiegano fonti di governo, di azioni “preventive”, per essere pronti in caso di necessità: la prima azione da coordinare sarà quella della Protezione civile e della Salute, in caso si aprissero corridoi umanitari: va messa in moto non solo l’assistenza alla popolazione in loco, ai confini con l’Ucraina – già è stato dichiarato appositamente lo stato di emergenza per tre mesi – ma va messa in moto anche la macchina dell’accoglienza in Italia, compresa la gestione dei potenziali arrivi dalle zone di conflitto dal punto di vista sanitario. Ma la questione più delicata, oltre alla cybersicurezza, resta quella della potenziale crisi energetica.

“Ci prepariamo ma non siamo all’austerity”, sottolinea chi ha partecipato al tavolo, ricordando che il piano per la crisi energetica già c’è e va solo valutato se servano aggiustamenti. Al lavoro c’è in particolare il ministero guidato da Roberto Cingolani che sta preparando misure più immediate e interventi di medio periodo, strutturali. Tenendo conto che andando verso la bella stagione e il caso fisiologico dei consumi ci saranno poi 6-7 mesi per attrezzarci al prossimo inverno. Il primo passo, come indicato anche dal premier Mario Draghi in Parlamento, sarà quello di aumentare i quantitativi di gas da Algeria, Libia e dal gasdotto Tap, che al momento non è a pieno regime e avrebbe anche bisogno di lavori per aumentarne la portata. Poi, viene spiegato, bisognerà fare un ragionamento più complessivo sulle rotte di importazione del gas. L’altro tema è quello dell’aumento della produzione nazionale, già avviato con il decreto bollette della scorsa settimana, che però deve ancora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quanto al ricorso al carbone, per il momento ci si dovrebbe iniziare a riportare a pieno regime la produzione delle centrali a carbone anche operanti, a Civitavecchia e Brindisi.

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