Docenti non vaccinati tornano al lavoro, ma i Presidi non ci stanno: “pagati per non lavorare”

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I Presidi si sono scagliati contro i docenti non vaccinati che dall’1 aprile potranno tornare al lavoro, a scuola: “anche il messaggio che passa è che chi non vuole rispettare le regole alla fine l’ha vinta, sono riusciti a fare proprio un bel capolavoro”

Secondo il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, i docenti non vaccinati dall’1 aprile potranno rientrare a scuola, ma andranno adibiti ad altre mansioni che non siano l’insegnamento o che non prevedano comunque contatti con gli alunni. La decisione di farli tornare al lavoro, però, ha scatenato l’ira dei presidi. “E’ molto difficile, a scuola, stabilire quali siano le mansioni non a contatto con i ragazzi”, osserva il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli. “Gli stessi impiegati di segreteria e i bidelli entrano a contatto con gli alunni. C’è una volontà di normalizzare la situazione di chi non si è vaccinato; gli si paga lo stipendio per non lavorare, dando mansioni sostanzialmente inesistenti”, aggiunge il presidente dell’Associazione presidi. “Tutto questo viene fatto con risorse sottratte al Fondo da dividere tra tutti e che dovrebbe servire ad aumentare lo stipendio dei docenti. Anche il messaggio che passa è che chi non vuole rispettare le regole alla fine l’ha vinta. Sono riusciti a fare proprio un bel capolavoro”.

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