Attacco centrale nucleare Zaporizhzhia, Zelensky: “rischiata la fine dell’Europa”. Ma dalla Russia smentiscono: “è messinscena”

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Attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: Zelensky parla di possibili conseguenze 6 volte superiori a quelle di Chernobyl, dalla Russia smentiscono

Questa notte sarebbe potuta essere la fine della storia dell’Ucraina e dell’Europa“. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, condanna a gran voce l’attacco russo contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia, affermando che i russi “sapevano cosa stavano colpendo, hanno mirato direttamente il sito“, rischiando di provocare un disastro 6 volte superiore a quello di Chernobyl. Il leader ucraino ha poi rivolto direttamente un appello alla popolazione: “gente della Russia, come è possibile. Abbiamo combattuto insieme le conseguenze del disastro di Chernobyl del 1986. Ve lo siete dimenticato? Se ve lo ricordate non potete stare in silenzio. Dite ai vostri leader che volete vivere“.

Dalla Russia arriva però una versione totalmente contrastante. Il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, ha detto che si tratta di una “messinscena”, spiegando che “c’è stata una gravissima provocazione creata ad arte dal regime di Kiev con l’obiettivo di accusare la Russia di causare un incidente nucleare. La Russia controlla l’area della centrale dal 28 febbraio, ma la scorsa notte nel territorio adiacente l’impianto, il regime nazionalista di Kiev ha tentato di compiere una provocazione mostruosa tramite un gruppo di sabotaggio. Tutto ciò indica un piano criminale del regime di Kiev o la completa perdita di controllo di Zelensky sulle azioni dei gruppi di sabotaggio ucraini con la partecipazione di mercenari stranieri con il proposito di cercare di accusare la Russia di creare una fonte di contaminazione radioattiva“. Konashenkov ha poi chiarito che il personale della centrale “lavora come al solito e monitora i livelli di radiazione, che sono normali“.

La conferma della versione russa arriva dal direttore generale dell’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Mariano Grossi, nel corso di una conferenza stampa. “Non c’è stato nessun rilascio di radiazioni nell’ambiente circostante e l’integrità di reattori è stata mantenuta“, ha dichiarato Grossi, spiegando che “non è stata compromessa la sicurezza” dei sei reattori che compongono la maggiore centrale nucleare d’Europa, al momento non operativi a piena potenza. Grossi ha assicurato di essere “in contatto permanente” sia con il personale ucraino di Zaporizhzhya e del sito dismesso di Chernobyl che con le autorità russe che hanno preso il controllo delle aree. “Un proiettile non identificato ha colpito un edificio dedicato all’addestramento e si è sviluppato un incendio localizzato che è stato spento dai pompieri“, ha spiegato Grossi, aggiungendo che “i sistemi di sicurezza di tutti i reattori non sono stati per nulla interessati, non c’è stata fuoriuscita di materiale radioattivo e i nostri sistemi di monitoraggio delle radiazioni sono pienamente in funzione“.

Per concludere, sottolineiamo che un eventuale disastro nucleare a Zaporizhzhia avrebbe gravi conseguenze anche e soprattutto sulla Russia: la centrale nucleare è infatti più vicina a Mosca che a qualsiasi altra grande città dell’Europa occidentale e della NATO.

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