Tanti anni fa la provincia di Reggio Calabria fu protagonista di azioni cinematografiche della produzione Lucisano film, ma cosa bolliva in pentola?
Di Enrico Pescatore– Tanti anni fa la provincia di Reggio Calabria fu protagonista di azioni cinematografiche della produzione Lucisano film, ma cosa bolliva in pentola? Questi posti, così caratteristici, furono scelti per eseguire le riprese del film “Un ragazzo di Calabria” del regista Luigi Comencini, tra maggio e giugno del 1987. In effetti “corrono” solo i 35 anni di questo evento, anche se per i cambiamenti sociali passati sembrerebbero molti di più. Erano gli anni della musica pop, dei blue jeans e della spensieratezza. Non esistevano ancora i cellulari e gli amici si ritrovavano con più facilità nei centri cittadini in gruppi. Nei propri rioni le persone discutevano di tutto, si parlava apertamente della loro posizione politica, musicale o culturale. La gente non si omologava, anzi l’atteggiamento era di evidenziare apertamente il proprio animo, magari col vestito più eccentrico lontano dalle mode o con un taglio di capelli più originale. I nostalgici addirittura, soprattutto i rockettari portavano ancora le basette e i capelli lunghi come i ragazzi degli anni ‘70, mentre i paninari in linea con la moda contemporanea si vestivano col piumino d’oca colorato, blue jeans e capelli corti “a spina”. Tanti ragazzi suonavano in gruppi musicali locali, l’unica difficoltà per loro era di trovare i testi per cantare le loro canzoni preferite, ma non c’era ancora internet e il “click” di ricerca google. I chitarristi alle prime armi usavano da subito gli amplificatori Marshall valvolari di seconda mano mentre i pochi batteristi che erano i più difficili da gestire non si presentavano neanche alle prove. Il Campionato di calcio era di domenica, nel pomeriggio si andava a vedere la partita della squadra del paese, il mercoledì si seguivano le partite di Coppa in televisione.
Steven Spielberg ha affermato che quegli anni sono stati di transizione, di preparazione e dice “credo che siamo nostalgici degli anni ’80 perché era una decade in cui non esisteva lo stress. Tutto era semplice, innocuo, lo stile e la musica di quei tempi – i Duran Duran, Eddie Van Halen – era tutto fantastico!” In questo clima e ritornando sul set cinematografico, il ragazzo di Calabria era il reggino Santo Polimeno nei panni di Mimì, il protagonista che nel film ha il sogno di correre e vincere alle olimpiadi. Anche Scilla fu meta delle tante riprese e in particolare furono girate le scene del arrivo che nel film, riservava solo due posti per qualificarsi alla finale dei giochi della gioventù di Roma. Durante le riprese furono coinvolti lungo le strade del bel paese della Costa Viola tante comparse, selezionate poco tempo prima a partecipare nei panni di forze dell’ordine, commissari di gara e numerosi giovani podisti. Allora quando si organizzavano eventi importanti, l’atteggiamento delle persone era molto propositivo e collaborativo. Non mancarono episodi particolari, quando ad esempio alcuni giovani scillesi, tra cui colui che vi scrive, si erano messi d’accordo di partire tutti veloci con lo scopo di sminuire la figura del protagonista, fino a quando i tecnici cinematografici, stanchi dei numerosissimi ciak, decisero di prendere i giusti provvedimenti e fare passare Mimì per primo. Parteciparono al film anche gli attori Gian Maria Volontè e Diego Abatantuono. (di Enrico Pescatore)