Stop alla riforma sul presidenzialismo: decisive due assenze nel centrodestra

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Sulla proposta di legge incombevano gli emendamenti soppressivi presentati da Movimento 5 Stelle, sostenuti dagli stessi pentastellati, da Pd e Leu

La proposta di riforma costituzionale di Fratelli d’Italia di introdurre il presidenzialismo alla francese in Italia si ferma in Commissione Affari costituzionali della Camera, dove sono stati approvati gli emendamenti soppressivi di tutti e 13 gli articoli. Il testo, essendo in quota opposizione, andrà comunque in Aula, ma con il mandato al relatore di riferire negativamente. Uno stop che da una parte ha diviso la maggioranza, ma che dall’altra ha suscitato una polemica nel centrodestra. Sulla proposta di legge incombevano gli emendamenti soppressivi presentati da Movimento 5 Stelle. Essi sono stati sostenuti dagli stessi pentastellati, da Pd e Leu, mentre tutto il centrodestra ha votato contro. Italia viva invece si è astenuta. Alla fine hanno prevalso i giallo-rossi, per 21 a 19.

L’esito del voto ha fatto dunque registrare una divisione interna alla maggioranza di governo, ma anche nel centrodestra non sono mancate i battibecchi. All’appello infatti mancavano due deputati, uno di Forza Italia (Annagrazia Calabria) ed uno della Lega (Cristian Invernizzi): “ne prendiamo atto”, ha detto con disappunto Emanuele Prisco, capogruppo di Fdi in Commissione. A motivare l’astensione di Iv ci pensa Marco di Maio, spiegando che in astratto non era contrario al Presidenzialismo, ma riteneva la concreta proposta di Fdi scritta male. Il capogruppo di M5s in Commissione, Vittoria Baldino, ha bocciato “nel metodo e nel merito” la proposta di Fratelli d’Italia. Era difficile pensare, osserva l’esponente M5s, che a 12 mesi dalla fine della legislatura si mettesse mano ad un cambiamento del genere della Costituzione. Il deputato ha fatto inoltre sapere che non condivideva la proposta nei contenuti.

Il presidente della Commissione, Giuseppe Brescia (M5s), si è tolto un sassolino dalla scarpa. Nei giorni scorsi Giorgia Meloni aveva attaccato la Commissione che ha ripreso l’esame della riforma della cittadinanza che a suo giudizio “non è prioritaria” mentre infuria la guerra. “Qualche leader – ha detto Brescia – attacca gli altri partiti perché in Parlamento si discute di temi ritenuti non prioritari con la guerra in Ucraina. Bene, noi oggi abbiamo discusso e votato sul presidenzialismo ed è giusto così perché in Parlamento si deve discutere di tutto”.

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