La più alta in Campania (4,97%), la più bassa nella Provincia autonoma di Trento (2,68%)
L’IRAP, Imposta Regionale sulle Attività Produttive, è un’importante fonte di finanziamento. Il suo gettito, infatti, costituisce la principale entrata tributaria delle regioni a statuto ordinario ed è in gran parte utilizzato per finanziare il servizio sanitario. È stata istituita in Italia con il decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 e introdotta con decorrenza 1° gennaio 1998 in sostituzione di ILOR, ICIAP e tassa sulla salute.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze la definisce così: “l’imposta regionale sulle attività produttive – IRAP è dovuta per l’esercizio abituale di una attività autonomamente organizzata diretta alla produzione o allo scambio di beni ovvero alla prestazione di servizi. Costituisce in ogni caso presupposto di imposta l’attività esercitata dalle società e dagli enti, compresi gli organi e le amministrazioni dello Stato”.
In questo articolo vediamo le differenze regionali in base agli ultimi dati MEF del 31/03/2022.
La Regione con la più alta aliquota Irap è la Campania con 4,97%, seguono con 4,82% Abruzzo, Calabria, Lazio, Molise e Puglia. Dopo le Marche col 4,73% seguono varie regioni e la Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige con 3,9%. Infine la Sardegna con 2,93% e la Provincia autonoma di Trento con l’aliquota Irap più bassa pari al 2,68%.
Già esclusi dall’IRAP i soggetti al regime forfetario e gli agricoltori, l’ultima legge di bilancio ne prevede l’abolizione per le ditte individuali e i professionisti a partire dall’anno 2022.