Covid, lo scrittore Facci critica il Governo: “i guardiani della prevenzione eterna si sono affezionati alle mascherine”

StrettoWeb

Mentre in Europa nessun Paese utilizza più le mascherine, in Italia invece l’obbligo è stato prolungato per alcuni settori specifici. E Filippo Facci non le ha proprio mandate a dire al Governo, al ministro Speranza ed ai virologi che lo consigliano

La notizia di prolungare fino al 15 giugno l’obbligo di mascherina sui mezzi di trasporto e in alcuni settori specifici ha lasciato perplessi in molti. La politica di prudenza del ministro Roberto Speranza continua, da oltre due anni a questa parte, a rendere l’Italia la Nazione più “cinese” d’Europa con le sue norme anti contagio dalla dubbia ragione scientifica. “Speravamo meglio, speravamo che i guardiani della prevenzione eterna (sparpagliati tra governo, ministero della Salute e varie sette virology) per una volta cercassero di accorciare la distanza tra i loro aggiornamenti regolamentari e le effettive abitudini della cittadinanza: invece no, si fa all’italiana, fiducia zero, si dice dieci perché tanto la gente farà cinque – hanno pensato – e si fotografa l’esistente con l’otturatore tarato su un altro tempo”, ha ad esempio commentato Filippo Facci, noto scrittore e giornalista del Fatto Quotidiano.

Siamo stati il primo Paese europeo a muoversi per l’emergenza Covid, ora dobbiamo anche essere l’ultimo ad uscirne, ricorda il giornalista, che non risparmia qualche frecciatina: “forse ci siamo affezionati, si è scambiata la severità inutile per autorevolezza, l’ottusità per responsabilità, sta di fatto che in Europa le mascherine non le mette praticamente più nessuno: qui invece no, da noi non si scherza, siamo nati per soffrire e tanto vale impararlo da piccoli, direttamente a scuola, dove quei poveretti di studenti finiranno le lezioni senza neppure ricordarsi le facce dei compagni (e magari senza aria condizionata, che fa patriottico) e senza lasciare che anche i più cresciutelli, imprenditori e responsabili di uffici pubblici e privati, possano regolarsi di volta in volta”.

Queste norme di eccessiva prevenzione, in un momento in cui il Covid ha cambiato totalmente profilo con la variante Omicron, rischia di disincentivare il turismo nel nostro Paese, favorendo piuttosto le mete estere. L’obbligo di mascherina, secondo Filippo Facci, servirebbe soltanto “per farci la nomea di Paese dove è meglio non respirare, odieremo per sempre i mezzi pubblici, porteremo dallo psicologo quei 4 bambini su 10 che vivono la mascherina come un ciuccio e non riescono più a levarla, aboliremo la mimica facciale, ci esprimeremo con i like, e al Carnevale di Venezia organizzeremo balli senza maschera. In Inghilterra e Danimarca e Svezia e Croazia, probabilmente, sono tutti morti: le mascherine le hanno abolite totalmente”. In Italia, invece, “e per fortuna, si consolida una sanità pubblica che ormai ingloba le dimensioni sociali e comportamentali dell’esistenza: un buon modo per vivere il resto della vita come dei palombari, e un buon modo per far dimenticare a certi ministri che la Sanità è fatta anche di cose frattanto trascurate, rimaste indietro, così gravi e così ingombranti che nessuna mascherina riesce a coprirle tutte”, conclude il post dello scrittore.

Condividi