Gestione della crisi bellica, siccità, incendi: le emergenze del Paese

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Si vive una stagione dove si sommeranno alcune emergenze. Esse vanno dai riflessi del conflitto Russo-Ucraino, con in primis l’ospitalità dei rifugiati e le conseguenze delle sanzioni, la siccità e gli incendi

Mentre sembra che il Covid stia riprendendo vigore, si vive una stagione dove si sommeranno alcune emergenze. Esse vanno dai riflessi del conflitto Russo-Ucraino, con in primis l’ospitalità dei rifugiati e le conseguenze delle sanzioni, la siccità e gli incendi. Della prima situazione mi sono occupato negli ultimi tre podcast. In essi, accanto alla denuncia di una guerra ingiustificata e disumana che tanti lutti e disastri sta creando in un Paese maturato in una condizione di libera democrazia e di rispetto dei valori civili, avevo avanzato l’idea di un Governo ucraino in esilio, come soluzione per fare tacere immediatamente le armi e fissare un accordo di svolta: no all’ingresso nella NATO, ma si all’entrata nella UE; libere elezioni entro due – tre anni aut Referendum; neutralità del Paese; negoziazione sull’indipendenza delle aree più russofone; riconoscimento della Crimea.

Per l’esodo della popolazione, della cui dinamica siamo interessati come Paese, mi sento di aggiungere un pensiero. Dal momento che la ricostruzione dell’Ucraina richiederà tempo, perché non si pensa ad un ripopolamento di alcuni nostri bellissimi borghi, disabitati o quasi? Un esempio sono gli insediamenti albanesi in Calabria, che, iniziati nel secolo XV, si sono consolidati nel tempo, nel rispetto delle loro tradizioni, della lingua, e una condizione di piena integrazione. Orientandosi in questo modo, si consente anche di valutare la possibilità di un argine al preoccupante calo della nostra popolazione per la riduzione delle nascite. Forse è correre un po’ troppo, ma può essere una visione per non subire completamente l’effetto degli eventi. All’inizio avevo citato la siccità come fattore critico dei nostri tempi. La Giornata Mondiale dell’Acqua, celebrata il 22 marzo u.s. e istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, ci ricorda che questo elemento naturale è una risorsa di straordinaria importanza, sia per la salvaguardia degli eco sistemi naturali sia per numerose attività umane ed il vivere quotidiano.

Il nostro Paese è particolarmente toccato da tale avvertenza. In questo ultimo mese, si levano alti gli allarmi – come, d’altronde, avvenuto negli anni precedenti – di una crescente siccità dei fiumi, causata da mancanza di piogge, da riduzione dei ghiacciai e degli accumuli di neve che si dovrebbero sciogliere in primavera, con possibili nefaste conseguenze sulle necessità quotidiane, sulla vita civile ed economica, per i problemi che si scaricano soprattutto sull’agricoltura e sugli impianti idroelettrici, che rischiano di fermarsi. Questo stato di fatto è aggravato da un problema che tutti denunciano ma per il quale, almeno fino ad oggi, manca un piano strategico per la sua soluzione: gli impianti di distribuzione dell’acqua perdono almeno il 30% di questo preziosissimo elemento, per carenza di manutenzione e di azioni radicali, quando servono.

Ci si augura che un sollievo possa venire dall’utilizzo dei 4,4 Mld derivanti dal Pnrr, da impiegare per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile delle risorse idriche. Il tutto dee essere accompagnato da una maggiore efficacia della Governance del settore. L’acqua richiama l’altra calamità citata: gli incendi boschivi. Con il caldo in arrivo ci risiamo e, stiamone certi, ricominceremo a vedere aerei ed elicotteri volteggiare per spegnere le fiamme, ed assistere a zone che vanno completamente distrutte, per colpa dei piromani, di atti dolosi e dell’autocombustione. A quel che risulta, sembra che le autorità competenti, con in testa la Protezione Civile, stiano prendendo atto che l’azione di contrasto, ad oggi attuata, facendo piovere acqua dal cielo, non sia particolarmente efficace, mentre si devono tenere da conto le esperienze valide di altri Paesi (USA, Spagna, Francia). Esse sono incentrate sull’utilizzo di ritardanti a lungo termine, utilizzabili anche con mezzi da terra, e l’impiego di agenti schiumogeni, in varie versioni, non inquinanti.

Risulta, altresì, che, fortunatamente, ci sia una forte propensione delle Autorità ad adottare dette soluzioni per la prossima campagna, tenendo presente il fattore tempo, dal momento che il flagello del fuoco, in alcuni territori, è già iniziato. L’azione deve essere preceduta dalla prevenzione. In questo senso la sensibilizzazione potrebbe derivare da un Convegno di carattere Internazionale, che si dovrebbe tenere a Roma, nei prossimi mesi. Siccità e incendi sono due priorità che vanno decisamente affrontate con piani di azione, concreti ed incisivi. Per farlo però, scrive bene Gianfranco Amendola sul Corsera del 26 marzo u.s. “occorre prima superare la micidiale barriera delle ‘competenze’, oggi frammentate tra decine di Autorità ansiose di rivendicarle al momento del ‘potere’ e altrettanto veloce a ripudiarle al momento delle ‘responsabilità”.

 

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