Guerra Ucraina: Mosca annuncia la presa di Mariupol. E Putin lancia l’ultimatum

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Resta ancora una residua resistenza militare ucraina nell’area delle acciaierie, mentre continuano senza sosta e con molte difficoltà le operazioni di evacuazione dei civili

Serviranno ancora 3-4 giorni per completare le operazioni nell’acciaieria di Azovstal di Mariupol, dove si trovano le rimanenti truppe ucraine. E’ quanto ha detto il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, nel corso di un incontro con il presidente Vladimir Putin, in cui si è parlato di “successo”. Prosegue dunque l’attacco russo nell’Est dell’Ucraina, dove l’esercito di Mosca avanza dall’area del Donbass verso Kramatorsk ed il Cremlino ha annunciato la conquista della città assediata di Mariupol. Resta però ancora, come detto, una strenua resistenza militare nell’area delle acciaierie, mentre continuano senza sosta e con molte difficoltà le operazioni di evacuazione dei civili (oltre 142.000 gli evacuati).

Un’operazione di salvataggio che, come riferito dal vicepremier ucraino Iryna Vereshchuk, prosegue anche in queste ore anche se “la situazione della sicurezza è difficile” e “potrebbero esserci dei cambiamenti”. Si attende invece l’arrivo dei “quattro autobus di evacuazione” riusciti a lasciare la città ieri lungo il corridoio umanitario: “hanno passato la notte a Berdyansk e ora sono diretti a Vasylivka. Li stiamo aspettando presto a Zaporizhzhia”. In città resta ancora in piedi l’ultima linea di resistenza, degli 8mila tra soldati, battaglioni nazionalisti e volontari stranieri, ne sono rimasti circa 2mila asserragliati nell’acciaieria Azovstal, tanto che Shoigu ha calcolato che serviranno ancora “due o tre giorni” per completare le operazioni militari.  Putin però ha annullato l’assalto dell’area, per salvaguardare la vita delle truppe, ed ha ripetuto la promessa di risparmiare la vita agli assediati che si arrenderanno alla Russia.

Nel resto del Paese prosegue l’offensiva. Secondo quanto riferisce il ministero della Difesa britannico, “le forze russe stanno ora avanzando dalle aree di base nel Donbass verso Kramatorsk”, nell’est dell’Ucraina, “che continua ad essere oggetto di persistenti attacchi con i razzi”. Il governatore della regione orientale di Lugansk, Serhiy Gaidai, ha affermato invece che le forze russe controllano l’80% del territorio dell’Oblast. L’area controllata dalla Russia è aumentata in particolare dopo la cattura il 18 aprile della città di Kreminna, e buona parte della regione è sotto il controllo de facto dell’autoproclamata Repubblica popolare di Lugansk, che ha dichiarato in modo unilaterale l’indipendenza dall’Ucraina il 12 maggio 2014. Le truppe russe hanno inoltre alzato una grande bandiera rossa sovietica, simbolo della vittoria sui nazisti nella seconda guerra mondiale, a Kherson e Kreminna, in vista della celebrazione del 9 maggio del Giorno della Vittoria.

Continuano nel frattempo ed emergere prove e testimonianze delle violenze sulla popolazione civile: nove cadaveri sono stati trovati a Borodyanka, nella provincia di Kiev, alcuni con “segni di tortura”, secondo quanto riferito dalla polizia della capitale. I governo ucraino ha anche aggiornato le stime sulla presenza nel Paese di militari russi, che sarebbero attualmente circa 90.000, mentre altri 22.000 si trovano lungo il confine. In totale i militari russi uccisi dall’inizio dell’invasione sarebbero aumentati a circa 21mila, e l’esercito di Kiev avrebbe colpito e distrutto, fra l’altro, 172 aerei da caccia, oltre a 151 elicotteri e 166 droni, 829 carri armati e 393 pezzi di artiglieria. Mosca però, in base a una denuncia della rete multinazionale di intelligence ‘Five Eyes’ (Australia, Usa, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada), potrebbe mettere in campo anche ad attacchi informatici, affidandosi a una rete di hacker per colpire gli Stati che appoggiano l’Ucraina. Il tutto mentre il presidente americano Joe Biden ha assicurato ieri un’intensificazione nella fornitura di armi e munizioni agli ucraini, che affluiranno “ogni giorno”. Una novità accolta con favore, ma anche con un pizzico di ironia, dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo il quale “i nostri partner hanno iniziato a capire meglio le nostre esigenze. A capire di cosa abbiamo esattamente bisogno”.

Anche la Lituania intanto ha annunciato la consegna di mortai pesanti all’esercito ucraino per fronteggiare l’aggressione russa, mentre i ministri delle finanze del G7 hanno annunciato un impegno per un ulteriore sostegno all’Ucraina da più di 24 miliardi di dollari per il 2022 e oltre, aggiungendo che sono pronti a fare ancora di più se necessario. Non si ferma neppure l’attività diplomatica, nel tentativo di trovare una soluzione che porti ad uno stop dei combattimenti. Mosca ha fatto sapere che i colloqui tra la Russia e l’Ucraina continuano in formato video quasi ogni giorno, ed ha proposto che i cinque Paesi membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Usa, Gb, Francia, Cina e Russia) possano diventare la base degli Stati garanti sulla neutralità e la sicurezza dell’Ucraina. Nel frattempo il premier spagnolo Pedro Sanchez e quello danese Mette Frederiksen sono arrivati a Kiev, dove incontreranno Zelensky. E da Pechino il presidente Xi Jinping ha ribadito che la Cina si oppone a “sanzioni unilaterali”, dicendo no ad una “costruzione della propria sicurezza” a spese di altri e “alla mentalità della Guerra fredda, che minerà solo il quadro di pace globale”.

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