“La diamo calda”, il cartello sessista: focaccia ‘piccante’ al palato bigotto, ma a promuoverla è una donna!

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“La diamo calda”, il cartello esposto al mercato Bell’Italia in piazza del Popolo a Ravenna viene tacciato di sessismo. Ma a promuovere lo slogan è una donna

Due strati di morbidezza, in mezzo un ripieno da leccarsi i baffi, buona tanto fredda quanto appena uscita dal forno: diciamoci la verità, a volte non c’è niente di meglio di una buona focaccia! Eppure, nonostante solitamente sia protagonista quasi esclusivamente di dolci momenti, questa volta la povera focaccia è finita strumentalizzata in una bufera alquanto particolare. Il tutto è nato fra gli stand di gastronomia presenti al mercato Bell’Italia in piazza del Popolo a Ravenna. Fra le squisitezze culinarie, un cartello non è passato inosservato: “La diamo calda”, la scritta che balzava subito all’occhio, accompagnata da una precisazione a carattere più piccolo: “hei… ma cosa avevi capito?“. La focaccia di Recco… che altro sennò?! La stessa scritta era presente anche sulla divisa delle addette alla vendita.

C’è chi si è fatto una risata; chi non gli ha dato minimamente peso, preferendo darlo al cibo; chi invece ha sentito l’urgente bisogno di denunciare in pubblica piazza social un atto “sessista e misogino“. Attraverso Facebook la foto è diventata virale, moltiplicando a dismisura l’indignazione. Il Consorzio “Focaccia di Recco ha subito preso le distanze: “uno slogan che reputiamo indegno ed offensivo. Lo riteniamo lesivo dell’immagine sia del prodotto, che del nostro Consorzio“.

La Casa delle donne di Ravenna ha condannato aspramente il gesto: “lo diciamo da sempre che il patriarcato è trasversale a uomini e donne. Questa faccenda non si può liquidare come una ‘goliardata’ sulla quale farsi una risata: questo è linguaggio sessista e misogino che offende le donne. Giocare sui doppi sensi a sfondo sessuale è un’abitudine becera, che speravamo relegata al passato e che invece vediamo riemergere in tutta la sua bassezza nella centralissima piazza di Ravenna“.

Secondo quanto riporta “La Repubblica”, una donna, libero professionista di Bologna, ha segnalato l’accaduto sui social raccontando l’episodio: “una di loro (le responsabili dello stand) mi vede fare la foto è mi dice: ‘la vuoi dare calda anche tu?’. Risposta “no voglio segnalarvi perché questi cartelli sono offensivi per tutte le persone che passano di qui e vederle in piazza del Popolo mi fa una gran tristezza“.

Confesercenti Ravenna, insieme a Explicom Srl, promotori dell’evento Bell’Italia, condanna “fermamente qualsiasi utilizzo di un linguaggio sessista e di cattivo gusto all’interno della manifestazione”. La politica invece si divide. L’assessore al Turismo, Giacomo Costantini, parla di cartello inaccettabile: “completamente fuori luogo qualsiasi ammiccamento sessista a scopo commerciale”. Di parere opposto il vicesindaco, Eugenio Fusignani, che su Facebook posta la foto mentre acquista la focaccia e scrive: “non si può confondere il cattivo gusto col sessismo antifemminista. Soprattutto non si può mortificare chi lavora con fatica, gettando la croce addosso alla proprietaria (donna!) e alla sua attività. L’ho comprata e l’ho mangiata, calda e fredda. Buonissima!“.

Premesso che il sessismo vada condannato in ogni sua forma, tanto al maschile quanto al femminile e indipendentemente dal sesso o la sessualità di chi lo fa e di chi lo subisce. Qui siamo davanti a un semplice cartello, con un doppio senso velato e subito ‘corretto’ da ogni equivoco nel rigo successivo. In uno stand portato avanti da una proprietaria donna, promotrice della stessa idea: si tratta di una semplice trovata di marketing, nemmeno troppo originale (va detto), ma scevra da ogni volontà sessista o misogina. Questo sembra il caso di una focaccia ‘piccante’ solo a un palato bigotto.

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