Shanghai e la follia del lockdown, quando Ricciardi disse: “dobbiamo fare come i cinesi”

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Nella scala degli “esperti” (?), forse al primo posto in assoluto tra allarmisti e chiusuristi: Walter Ricciardi. Lui, solo tre mesi fa (gennaio 2022), dichiarava a ‘Repubblica’ che bisognava fare come in Cina

A Shanghai prosegue la follia del lockdown, alla ricerca del contagio zero da Covid. Dalla città orientale riferiscono di un iniziale allentamento (aggiornamenti da prendere con le pinze), ma nessuno potrà cancellare le durissime settimane di isolamento vissute dai cittadini tra carenza di cibo e acqua o tra minorenni positivi strappati ai genitori e rinchiusi nei centri di quarantena, tanto per dirne qualcuna. “Misure definite, oltre che inutili, anche inumane”. Misure da “dittatura sanitaria”. A urlare queste frasi, qualche giorno fa, rispettivamente Galli e Bassetti, che insieme a Lopalco condannavano le scelte di un paese, quello cinese, dichiaratamente comunista, di regime. Proprio loro parlano di “dittatura sanitaria”, proprio loro che fino a qualche mese fa appoggiavano il Governo a inseguire i runner in solitaria con droni ed elicotteri, proprio loro che tutt’ora si dicono assolutamente favorevoli a riassumere i Professori non vaccinati (sospesi da mesi, fatto gravissimo) purché non insegnino ma siano demansionati a incarichi minori, proprio loro che alcuna parola proferivano verso l’inutile coprifuoco, l’inutile sistema delle zone a colori e l’inutile – ancora in vigore, per fortuna per poco – Green Pass.

Proprio loro, sì. Ma c’è chi ha fatto peggio. Nella scala degli “esperti” (?), forse al primo posto in assoluto tra allarmisti e chiusuristi: Walter Ricciardi. Lui, solo tre mesi fa (gennaio 2022), dichiarava a ‘Repubblica’ che bisognava fare come in Cina“Oltre a vaccinare tutti – diceva – bisognerebbe fare i tamponi alla stragrande maggioranza degli italiani e isolare gli infetti. Se ne uscirebbe in 8 giorni. È un’operazione che tutti dicono sia impossibile ma i cinesi, per un caso, testano 10 milioni di persone. Noi con 200mila potremmo ben testare 60 milioni di italiani”. Lo abbiamo notato tutti quanto le misure cinesi abbiano aiutato l’Italia ad evitare i morti, in questi tre anni. L’hanno aiutata talmente tanto che ha uno dei tassi di mortalità più alti al mondo, rimanendo tra l’alto l’unica in Europa a lasciare ancora le mascherine al chiuso. Tra i paesi più chiusuristi, tra i paesi con il maggior numero di morti in percentuale. E se qualcuno (Bassetti, Crisanti, Gismondo) ha cambiato approccio da qualche mese nell’affrontare la pandemia – ma comunque non va giustificato – c’è chi come Ricciardi persegue ancora la folle strategia di chiusura, lockdown, tamponi a tappeto, verso l’inutile ricerca del contagio zero. Oggi, ancora, dopo tre anni, dopo una variante meno pericolosa, dopo un’economia “tagliata a fettine”, dopo l’esasperazione più totale degli italiani dopo anni di sacrifici e ingiustizie. La strategia dei tamponi a tappeto, impossibile da attuare in Italia, sarebbe potuta tornare utile solo i primi mesi di pandemia, forse, ma forse forse. Magari durante quei due mesi di lockdown. Non adesso, ad aprile, non a gennaio. E solo a pensarlo fa venire i brividi. Certo, tre mesi fa nessuno avrebbe potuto immaginare Shanghai in queste condizioni, ma il solo paragone è allucinante. Per Ricciardi, strategia di regime anche in Italia, dichiaratamente (almeno) democratica. Che poi, rincorrere i runner o istituire il coprifuoco (abbiamo visto in queste settimane in Ucraina a cosa serve il coprifuoco…) non è molto lontano da quanto visto in Cina. L’approccio degli italiani al Covid, però, per fortuna è cambiato. E Ricciardi sta scomparendo piano piano dalla tv. Quindi non c’è da meravigliarsi, in fondo, dalle scelte di Speranza. Ricciardi era suo consigliere…

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