L’ultimo giorno degli sceriffi

StrettoWeb

Appello per la comprensione degli sceriffi: domani sarà l’ultimo giorno in cui potranno chiedere di mostrare il Green Pass o indossare la mascherina. E scatta il panico: che senso avrà la loro esistenza da domenica?

Abbiate un po’ di rispetto. E pazienza. Tanto ormai è finita. Domani, sabato 30 aprile, sarà l’ultimo giorno degli sceriffi. Quindi lasciateli sfogare: nella vita ci vuole empatia, e dovete comprendere che questa gente da dopodomani dovrà inventarsi una nuova vita. Si tratta di quegli (sempre più rari, in realtà) improbabili personaggi che ancora continuano, nonostante tutte le evidenze scientifiche e il contesto internazionale, a chiedervi di mostrare il Green Pass e/o di indossare la mascherina. Da dopodomani, Domenica 1° Maggio, non potranno più farlo. E se qualcuno si dovesse permettere, sarete autorizzati a chiamare le forze dell’ordine e sporgere denuncia.

L’incubo è finito, o quasi. Ieri, con l’ennesima controversa ordinanza, il ministro della Salute Roberto Speranza ha deciso di “prorogare l’obbligo di mascherina” per un altro mese e mezzo (e cioè fino al 15 giugno) sui mezzi di trasporto, nei cinema, nei teatri e nei palazzetti dello sport al chiuso. Una follia tutta italiana (non c’è alcun altro Paese nel mondo in cui la mascherina rimane obbligatoria per alcuna attività), raccontata dai media come un’ulteriore azione di cautela e precauzione di un ministro così saggio e attento alla salute della gente. In realtà, però, nessuno si prodiga a dire che per quanto sia assurdo, illogico e anti scientifico, questo provvedimento limita le attività con obbligo di mascherina a pochissime mentre in realtà lo stesso provvedimento annulla la stragrande maggioranza di vincoli e restrizioni.

Innanzitutto da dopodomani, e cioè da domenica 1° maggio, viene abolito il Green Pass: non servirà più a nulla, con buona pace di chi si è vaccinato solo per averlo o di chi se lo teneva stretto, addirittura stampato in un’etichetta appesa al collo. Tra poche ore potrà cestinarlo, eliminarlo, bruciarlo. E i più allocchi, quelli che se lo sono tatuato sul braccio o sulla gamba, per evitare l’amputazione o rimanere segnati a vita con un codice come se fossero una forma di parmigiano, dovranno ricorrere al picolaser.

Ma anche sul fronte mascherine dopodomani scatta il tanto atteso “liberi tutti“: non bisognerà più indossarle in alcun tipo di negozio, nei supermercati, nei ristoranti, bar, pizzerie, né negli stadi. E non sarà più obbligatorio neanche portarsele appresso. Anche queste si potranno bruciare in un liberatorio falò insieme al green pass. A proposito delle mascherine giova ricordare che la fine dell’obbligo non significa che adesso c’è l’obbligo di stare senza: chi vorrà continuare a vivere mascherato, sarà liberissimo di farlo. Ma non avrà più alcun riferimento legislativo, per quanto debole, fragile, ai limiti della costituzionalità, per pretendere che anche gli altri facciano lo stesso. Non avrà alcuna presunta o supposta ragione per guardare male chi non la indossa. Per chiedere al titolare del locale o alla commessa del negozio di controllare; per fare la spia, per preoccuparsi dei comportamenti altrui. Da dopodomani con le mascherine ognuno fa quel che gli pare. E ferma restando la libertà assoluta e il rispetto di ogni libera scelta, gli unici che avranno davvero ragione di ridere sotto i baffi rispetto alle scelte altrui saranno coloro che dopo due anni di pandemia, dopo contagi e ri-contagi, dopo dosi e dosi di vaccino, continueranno a vedere in giro qualche ‘mpanicato che ne indossa un doppio strato all’aria aperta o che la tiene persino mentre fa il bagno a mare.

PS: su molti giornali si legge che il Green Pass rimane obbligatorio per i viaggi all’estero. E’ assolutamente falso. Sono pochissimi i Paesi al mondo che lo chiedono ai turisti, l’Italia era uno degli ultimi. Nella stragrande maggioranza dei Paesi d’Europa e del mondo, già da mesi non serve alcun certificato per gli ingressi. Quindi no, è assolutamente falso: NON serve alcun Green Pass per viaggiare all’estero.

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