La lunga intervista del Presidente Luca Gallo al settimanale “Forza Reggina”: il patron amaranto parla di tutto, dai fatti di campo a quelli extracampo
“Invece di pensare ai due punti, perché non guardate come si è capovolta la geografia calcistica della Calabria?! Vi ricordate, tre anni fa, quando l’ho presa, che la Reggina era l’ultima della squadre calabresi, vituperata da tutti, ora invece è la prima!”. E’ cominciata così l’intervista che il Presidente della Reggina Luca Gallo ha concesso al settimanale “Forza Reggina”. Per dovere di cronaca, è necessario specificare come trattasi di una chiacchierata precedente alla comunicazione della Figc sulla penalizzazione e sull’inibizione allo stesso patron, quindi risalente a qualche settimana fa. Sulla stessa decisione, tra l’altro, è stato presentato ricorso, ma ieri il Tribunale Federale lo ha respinto dichiarandone l’inammissibilità.
“Ricordo bene la prostrazione dei tifosi e della città quando sono venuto per la prima volta”, prosegue Gallo in riferimento alla sua prima conferenza stampa, piena di entusiasmo e curiosità. “Volutamente quell’evento è stato costruito in quel modo, in modo da catalizzare l’attenzione. Mi sono assunto l’onere di far riprendere l’orgoglio di essere tifoso della Reggina, sono stato presente, ci ho messo passione per trasmettere l’identità, impegno economico, la mia immagine. Come quella maglietta…dopo la vittoria sul Catanzaro, per la quale ho ricevute tante critiche, ma che voleva solo essere un simbolo, forte, di rivalsa dopo la sconfitta”. L’intervista, sottolinea il collega, non era neanche partita sotto i migliori auspici… con Sofia, la cagnetta, che prima di rifugiarsi tra le braccia di Gallo ha lasciato un suo ‘ricordino’ sul tappetino della stanza.
Il siparietto, tuttavia, nulla toglie alle parole che l’imprenditore romano utilizza per parlare di fatti di campo ed extra campo: “per come si era messa la situazione, la salvezza è un buon risultato. Ma rispetto alle mie aspettative, sono deluso: la squadra è stata al di sotto delle sue reali potenzialità. Almeno i playoff erano alla portata. Tutto è dipeso dal periodo in cui abbiamo preso un punto su 27! Mi hanno sempre rassicurato – prosegue Gallo in relazione a quei mesi negativi – che andavano tutti d’accordo, nessun problema con l’allenatore. Si trattava di un blocco mentale, mi dicevano che non riuscivano a mettere in campo quello che facevano in allenamento… Aglietti, d’altronde, era una garanzia. Poi abbiamo puntato sulla voglia di riscatto di Toscano, ma con scarsi risultati, ed allora per non tergiversare siamo arrivati a Stellone, scelto da Massimo Taibi fra tre tecnici”.
Sui discorsi extra campo, Gallo ribadisce quanto già affermato in conferenza stampa qualche settimana fa: per l’iscrizione al prossimo campionato “non c’è nessun problema, la maggior parte del debito è con l’erario e, ottenuta la rateizzazione del pagamento dei contributi, basta rispettare le scadenze. La società non ha esposizioni con le banche, che mi danno fastidio come la sedia del dentista o il veterinario per Sofia… Sono un presidente vecchio stampo, che però mette i soldi del suo patrimonio. Per me la Reggina non vince o perde semplicemente, ma è una cosa molto più profonda, sia dal punto di vista morale che economico, che arriva a mettere a repentaglio la mia esistenza. Il modus operandi della società, quello gestionale, non quello sportivo, dipende da me. Prendere decisioni è il mio lavoro, lo faccio da tredici anni, tutti i giorni per almeno dodici ore. Sul banco mio padre, che faceva il falegname, vedeva il risultato del suo lavoro; sul mio tavolo non c’è nulla, solo il pensiero. Non c’è un passaggio, una spesa, anche la più irrisoria, nelle mie aziende che non venga autorizzato da me. Così è stato per il mancato versamento dei contributi: sono stato impossibilitato ad intervenire, ma non c’era, e non ci sarà nessuno, che avrebbe potuto farlo al posto mio”. Poi una precisazione sui suoi problemi di salute: “da sempre ho un problema al cuore, tenuto sotto controllo, ma ancora non completamente a posto, che mi ha costretto al ricovero improvviso dopo lo stress per la morte di mia madre. Ora della mia famiglia è rimasto solo mio fratello…”.
Sempre restando in tema societario, viene chiesto a Gallo quanto siano vere le voci secondo cui ci sarebbe qualcuno dietro di lui nel mondo del calcio, come Lotito: “Lo conosco – confessa – ma come imprenditore, considerato che operiamo entrambi a Roma; non c’è nulla di calcistico che ci leghi”. E poi ribadisce il fatto che “nessuno ha avanzato alcuna richiesta per rivelare la società; se ci fosse o ci fosse stato qualcuno, avrebbe dovuto avere tutto l’interesse a rendere pubblica la cosa”.
Alla domanda “da dove si riparte?”, Gallo è deciso: “per me da Taibi, l’ho confermato da tempo, mi è simpatico, è per bene e onesto; un ottimo direttore sportivo. Ha detto che non è sicuro di proseguire il rapporto? A me non ha detto che se ne vuole andare, poi…”. Sul futuro di Stellone, invece, non si sbilancia, ma ricordiamo che l’intervista non è degli ultimi giorni e nel frattempo ci sono stati aggiornamenti. Ma quando gli viene chiesto se sarà la replica di Baroni, il patron parla del vecchio allenatore, sottolineando un particolare importante: “avrei avuto piacere se Baroni fosse rimasto, ma ha preferito Lecce, tra l’altro con un’offerta inferiore. Stellone è stato molto bravo a mettere una pezza in un momento difficilissimo. Bisogna ringraziarlo per il lavoro che ha fatto”.
Sul settore giovanile “lasciamo stare… Una struttura come il Sant’Agata dovrebbe avere ben altri risultati. Ho speso un milione e mezzo per sistemarlo, ma per farlo funzionare come si deve bisogna avere competenze calcistiche o soldi: non ho le prime ché sono ancora un neofita, e dopo il covid neppure i secondi. Avrei dovuto essere come Foti, un grande presidente, sempre disponibile e gentile con me! Tonino Tempestilli, stava lavorando bene, ma poi ho fatto scelte sbagliate, forse gli ho dato troppi incarichi. I nostri caratteri non andavano d’accordo, ma era bravo e capace: è un cruccio che sia andato via, tra l’altro comportandosi da signore, rinunciando al contratto”.
Infine, una considerazione amara: “perché molti non riescono a fidarsi fino in fondo di me? Non lo capisco – ammette Gallo – Me lo sono chiesto anch’io, ancor di più per alcune considerazioni sgradevoli sul mio conto in un momento di particolare difficoltà personale. Lo so, quando le cose vanno bene sono calabrese, altrimenti sono un romano coatto…Tra l’altro, finora ho fatto tutto quello che avevo promesso. Addirittura sono stato il presidente più veloce a vincere nella storia della Reggina, avendo anticipato Benedetto di sei mesi. Ho sempre parlato bene e davvero sinceramente della tifoseria, dell’ambiente, della città. Ho portato la Reggina in piazza Duomo, al centro della città… Non ho avuto un solo tornaconto personale. A Reggio non vieni per fare business, ma solo se hai motivazioni personali”.