Reggina, le parole di Taibi e le riflessioni sul mercato

StrettoWeb

Il lungo intervento del ds della Reggina Massimo Taibi ha aperto alle riflessioni sul calciomercato

Massimo Taibi ha affrontato tanti argomenti a “Reggina in rete”, su Antenna Febea. Il direttore sportivo della Reggina ha svelato qualche retroscena di mercato della scorsa stagione e ha parlato di futuro“Siamo la quattordicesima squadra per monte ingaggi”, ha esordito in riferimento alle spese effettuate dal club in questa stagione. E, prima di rispondere alle domande su nuovi indirizzi e strategie future, ha negato di aver temuto che la sua avventura potesse finire in seguito allo screzio con Iiriti a Terni: “non ho temuto che la mia avventura potesse finire lì, ma è accaduto per qualcun altro. Quando ti mostri sempre corretto, onesto e sereno con te stesso, poi le cose si aggiustano. Non sempre sono contento di quello che ho fatto, ma è diverso dire che mi potevo sentire delle colpe in più di qualcuno che era arrivato a fare lo scienziato quando non sapeva neanche se la palla fosse rotonda o quadrata”.

E’ aprile. Si parla poco di mercato in questa fase, di solito. Ma il campionato della Reggina potrebbe essere terminato in anticipo e, considerando anche l’ottimo lavoro fatto da Stellone e le nuove strategie già annunciate da Gallo (“da giugno si traccerà una linea”), in riva allo Stretto si è già proiettati alla prossima stagione. A partire, appunto, dal tecnico: Stellone è già d’accordo con me sul prosieguo. Io su un giovane allenatore? No. Se io dovessi restare a Reggio Calabria, se non succede un patatrac, l’allenatore sarà Stellone”, conferma il ds, che ribadisce quanto già affermato qualche giorno fa.

Sul mercato, è ormai evidente, il progetto sarà diverso, salvo clamorosi – e alquanto improbabili, al momento – cambi di indirizzo. La certezza è che si partirà da un zoccolo duro: “Abbiamo 15-16 giocatori di proprietàspiega Taibi – Visto che non possiamo comprare dei giocatori, trovare giocatori svincolati non è facile, ma almeno abbiamo uno zoccolo duro importante e proveremo a sfruttare quei 6-7 prestiti che il regolamento ci darà. Di Chiara? Il problema col Perugia è l’ingaggio. C’è da ridimensionare ancora e certi contratti saranno difficili da sostenere. Di Chiara ha un contratto, so che potrebbe averne un altro a cui secondo me noi non potremo mai arrivarci. Il direttore si è quindi dimostrato già molto scettico su Di Chiara, il cui prestito biennale col Perugia scade a giugno. Il motivo è il contratto, nonché l’età. Il terzino non è ultratrentenne, ma neanche un ragazzino. L’esempio è lui, a cui ricondurre i tanti esperti dall’ingaggio importante. I vari Cionek, Galabinov, Menez (ma ce ne sono tanti altri) saranno ceduti, svincolati o verrà chiesto loro di abbassarsi l’ingaggio?. “L’indirizzo della società –rivela il ds – è stato sempre quello di non spendere per i cartellini, ora però è diverso. Quando ci siederemo a tavolino, se Taibi resta, si dovrà ridimensionare. La scorsa estate abbiamo cercato giocatori come Galabinov perché potevano essere sostenibili, probabilmente invece adesso non si possono sostenere certi tipi di ingaggi. Per fortuna però il tanto criticato incentivo all’esodo, su cui siamo terz’ultimi per utilizzo, ci aiuterà. Non c’è un giocatore passato da Reggio che rinuncia a un centesimo dopo che va via. Se non cambiano i regolamenti, in cui a parità di categoria devi accettare quello che hai e non chiedere di più, sarà sempre un problema per le società. Modificando il progetto, certi giocatori non possono più rientrare nel nostro budget. Giraudo ha un contratto basso e può rientrare. Se io sto aspettando è perché le cose possono cambiare da un momento all’altro, magari fra un mese si può cambiare strategia oppure servirà ridimensionare se le idee sono queste”.

Taibi dunque conferma che determinati giocatori, esperti, dal contratto lungo e importante, non saranno più sostenibili, “accompagnati” ad andar via magari anche grazie all’incentivo all’esodo. E su Galabinov va più nello specifico: “Noi pensavamo che la squadra costruita potesse avvantaggiare gli attaccanti. Galabinov se lo metti in condizione è un giocatore importante, ma se gli chiedi sacrificio le cose cambiano. Avremmo dovuto approfondire il discorso tattico con l’allenatore prima di prenderlo. Aglietti giocava col 4-4-2, ha voluto Laribi, poi c’era Ricci e anche Rivas. Pensavamo, e i fatti ci hanno dato torto, che questi giocatori potessero creare situazioni di gioco che favorevoli agli attaccanti. Ma gli esterni sono venuti a mancare. I primi due giocatori che avevo contattato sono stati Garritano e Canotto, ma per noi era impossibile arrivarci. Si sperava, però, che con Rivas, Ricci e Laribi potessero fare un buon campionato. Poi il mister si è messo col 4-2-3-1 ed è stato bravo perché ha capito che così gli attaccanti venivano messi in condizione meglio di poter fare gol”. E rivela qualche retroscena: “sono stato il primo a cercare Lucca, ma non avevamo la condizione economica per prenderlo. Fagioli lo avevo in mano ma per il contratto che aveva non potevo portarlo a Reggio. Forse ho sbagliato scelte mentali, su giocatori un po’ più deboli. E forse Stellone ha sbloccato mentalmente la squadra. Io per le prime 14 partite ho visto una squadra davvero aggressiva, poi le ultime 10 prima di Stellone era una squadra di pensionati e questo non me lo spiego, ancora oggi”.

Confermata, dunque, la strategia che favorisca “operazioni alla Giraudo o alla Rivas”: “Per fare le plusvalenze si devono comprare i giocatori. Con i giocatori svincolati non si può fare sempre bingo. Il primo obiettivo con Gallo era vincere. In Serie B, presi dall’entusiasmo, si è investito su giocatori di personalità. Dopo due anni però si è capito che l’indirizzo deve cambiare. Io sono più felice di aver fatto operazioni come Giraudo o Rivas anziché andare a prendere un grande nome”. Passaggio eloquente, che non fa che confermare quanto ribadito più volte di recente: operazione svecchiamento, che favorisca la spesa dei cartellini (magari pescando anche dalla C) e la patrimonializzazione futura, dicendo basta a grandi nomi esperti. La certezza è, se alle parole seguiranno i fatti (perché cambiare strategia in pochi mesi non sarà affatto facile), che sarà praticamente una rivoluzione.

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