Reggio Calabria, la rettifica dei consiglieri comunali di Centro/Destra: “Maria Luisa Spanò non è stata condannata, macroscopico errore per il quale si porgono le scuse”

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Reggio Calabria, la rettifica dei consiglieri comunali di Centro/Destra: “aver comunicato che la suddetta Dirigente Maria Luisa Spanò abbia riportato una sentenza di condanna è un macroscopico errore per il quale si porgono formali scuse”

“Nella qualità di Presidente della Commissione Consiliare Controllo e Garanzia del Comune di Reggio Calabria, ed a nome di tutti i colleghi di minoranza che hanno sottoscritto la Relazione conclusiva dei lavori, si precisa che nella conferenza stampa del 6 aprile 2022 è stata comunicata, per mero errore, una notizia non rispondente al vero”. E’ quanto affermano i Consiglieri comunali di Centro/Destra Massimo Ripepi, Federico Milia, Antonino Maiolino, Nino Caridi, Demetrio Marino, Giuseppe De Biasi, Antonino Minicuci, Guido Rulli, Roberto Vizzari. “Lo stesso errore, del quale ci si scusa, è contenuto anche nel corpo della Relazione dalla quale sarà tempestivamente espunto, mediante rettifica. Precisamente, la notizia errata è che la dott.ssa Maria Luisa Spanò sebbene sia stata rinviata a giudizio per la vicenda SATI, non ha, come erroneamente comunicato, riportato, allo stato, alcuna condanna poiché il procedimento che la vede imputata è ancora in fase dibattimentale e si sta celebrando davanti al Tribunale di Reggio Calabria. Pertanto, aver comunicato che la suddetta Dirigente Maria Luisa Spanò abbia riportato una sentenza di condanna è un macroscopico errore per il quale si porgono formali scuse. A fronte dell’increscioso disguido, giunga alla Dott.ssa Maria Luisa Spanò il nostro augurio di riuscire a dimostrare, nella vicenda de qua, la Sua totale estraneità. Preme, ad ogni modo, evidenziare che la finalità dell’indagine della Commissione Controllo e Garanzia era ed è unicamente quella di comprendere le ragioni per le quali il Comune di Reggio Calabria non abbia usato lo stesso metro con specifico riferimento alla costituzione di parte civile. Tanto si doveva”, conclude la nota.

 

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