Arresto Luca Gallo, il Partito Comunista dei Lavoratori di Reggio Calabria: “autogol clamoroso”

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La nota del Partito Comunista dei Lavoratori di Reggio Calabria in merito alla vicenda legata all’arresto del Presidente della Reggina Luca Gallo

“Un autogol clamoroso. Il presidente della Reggina calcio, Luca Gallo, è stato posto agli arresti domiciliari e gli sono stati sequestrati più di 11 milioni di euro con l’accusa di auto riciclaggio e evasione contributiva (IVA) con il coinvolgimento di ben 17 società. Certo, bisogna spettare la VAR costituita dallo sviluppo dell’iter giudiziario. Forcaioli e giustizialisti sono una “vil razza dannata” ma, ciò detto, il dorato mondo del pallone, visto nel suo insieme, è peggio di una foresta dantesca”. Comincia così la nota del Partito Comunista dei Lavoratori di Reggio Calabria in merito alla vicenda legata all’arresto del Presidente della Reggina Luca Gallo.

“Solo negli ultimi tempi – si legge ancora nella nota – i fallimenti di Catania calcio, F.C. Messina, il collasso e l’agonia in cui vivono decine di società e prima ancora i sussulti avvenuti in piazze importanti (Bari, Palermo, Napoli) e i disastri di piccole realtà (Hintereggio, Interpiana), la presenza di società “lavatrici”, connessioni con la criminalità organizzata. E sempre in questo mondo sotto i vessilli del fair play finanziario i presenta uno scenario vergognoso: plusvalenze truffaldine, procuratori padrini, diritti televisivi, ingaggi e commissioni strabilianti, le speculazioni (non solo edilizie) legate alla realizzazione di nuovi mega stadi, il progetto si una super lega europea consona ai tempi del più becero imperialismo”.

“In questo quadro, fermo restando l’obbligo di procedere senza essere soggetti ad alcun pregiudizio, si colloca la vicenda Gallo”. E poi il comunicato ripercorre a grandi linee la storia imprenditoriale relativa alla società amaranto: “Il nostro, figlio di emigrati cosentini, entrato nell’orbita del pianeta Lotito, era arrivato a Reggio Calabria quattro anni addietro, rilevando con l’impiego di consistenti capitali la Reggina che, già in passato satellite del pianeta Matacena, era riuscita a non affondare dopo un precedente fallimento e la ripartenza dalla serie D solo grazie al coraggioso e disinteressato intervento di un imprenditore locale, il dottore Praticò. L’arrivo di Gallo era avvenuto in pompa magna con una pesante manifestazione di sfarzo e l’esibizione di mezzi consistenti resa visibile anche con l’acquisto di un mega pullman societario. In più il vecchio marchio (Reggina 1914) era stato rilevato, la grande struttura sportiva, posta in un area delicata, alla foce del fiume S. Agata, era stata concessa a condizioni favorevoli dagli enti locali. Dopo pochi mesi l’attuale vicenda giudiziaria sembra far crollare un castello di carta”.

“Per il PCLsi conclude la nota – le indagini devono chiarire la fondatezza delle accuse, il contesto complessivo e tutti gli eventuali collegamenti specifici di questo caso clamoroso. Il fair play finanziario di cui tanto si parla è, alla luce di ripetute e inquietanti vicende, solo uno sdrucito sipario che non riesce minimamente a coprire il baratro in cui la società capitalistica (perché è questa la vera radice del problema) costringe lo sport, ed il calcio reggino nella fattispecie, lo incardina nelle sue turpi leggi e cancella l’importante funzione sociale che potrebbe avere e che alla fine avrà in una società nuova: quella socialista”.

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