Ponte sullo Stretto, Musumeci alza la voce: “il Governo non vuole realizzarlo”

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Secondo il governatore siciliano, il Governo “subisce la pressione di lobby economico-finanziarie del Nord contrarie a una Sicilia come naturale piattaforma del continente europeo nel Mediterraneo”

Il Ponte sullo Stretto e quel dibattito che non è destinato a trovare una soluzione. “Escludo che il governo nazionale abbia interesse a realizzarlo. Subisce la pressione di lobby economico-finanziarie del Nord contrarie a una Sicilia come naturale piattaforma del continente europeo nel Mediterraneo, condannandola alla marginalità che continua a subire da oltre 70 anni”. Lo sottolinea il governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, nel corso di un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano “Il Giornale”. Il presidente parla di un forte pregiudizio nei confronti del Sud, che frena ogni oggettivo discorso su un’infrastruttura che rappresenterebbe la svolta per il Meridione e l’Italia intera. A chiederne la realizzazione è anche l’Europa, visto che dalla nostra Penisola passa gran parte del cosiddetto Corridoio Scandinavo Mediterraneo, mai davvero possibile da concretizzare senza un collegamento stabile tra Messina e Reggio Calabria.

“Noi abbiamo avuto la migliore stagione per la realizzazione del Ponte soltanto sotto il governo Berlusconi e questo è noto a tutti perché si era giunti all’apertura del cantiere. La verità è che c’è un forte pregiudizio ideologico da parte dei Cinque stelle e di una parte del Partito democratico. La rappresentanza parlamentare siciliana e calabrese dovrebbe pressare il governo per pretendere che il collegamento sullo Stretto diventi una priorità assoluta e irrinunciabile. Soprattutto ora che il Mediterraneo è ritornato uno snodo centrale del traffico merci”, fa notare proprio Musumeci.

I vantaggi logistici oscurati da antichi pregiudizi

Il governatore siciliano si rivolge poi direttamente al ministro Giovannini: “abbiamo spiegato più volte che la Sicilia è stanca di essere appendice del Continente e che per essere centrale, ha bisogno di infrastrutture strategiche. In Sicilia non se ne realizzano da oltre vent’anni. Il ministro Giovannini sa benissimo che è sufficiente una forte volontà politica. Solo un bambino può credere che il problema sia tecnico. Il tranello del ponte a una campata o a tre campate è un gioco demoniaco che serve al governo per perdere tempo e arrivare alle politiche del prossimo anno. Se il centrodestra non prevalesse, si tornerebbe a recitare la stessa commedia. È un film già visto”.

Un vantaggio dal punto di vista logistico da cui ne trarrebbero tanti benefici anche i porti di Ragusa e Gioia Tauro, oggi penalizzati rispetto allo scalo di Rotterdam“Solo una minoranza di navi mercantili approda in Sicilia o a Gioia Tauro. La stragrande maggioranza, invece, attraverso lo Stretto di Gibilterra per raggiungere il Nord Europa. Il collegamento stabile, sia ponte o tunnel, tra le due sponde determinerebbe una maggiore appetibilità da parte della Sicilia in termini di investimenti stranieri. La questione tecnica è soltanto un alibi e lo sanno i siciliani che spero possano avere buona memoria al momento opportuno”, conclude Musumeci che dunque alza la voce su un tema che vale il futuro della Sicilia, una Regione che vuole tornare ad essere importante dal punto di vista commerciale.

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