“Il termovalorizzatore a Gioia Tauro non s’ha da fa”, gli amministratori di Reggio scendono in piazza per dire di “no”

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StrettoWeb

Città metropolitana e Comune di Reggio Calabria in prima linea con i Sindaci: no al raddoppio del termovalorizzatore. Anche i facente funzione Versace e Brunetti in piazza a Gioia Tauro accanto ai primi Cittadini del territorio, per ribadire la ferma contrarietà al percorso intrapreso dalla Regione Calabria

Si sono ritrovati questa mattina in Piazza dell’Incontro, nel cuore di Gioia Tauro, i Sindaci, le associazioni e i cittadini della Piana per ribadire il no all’ipotesi di raddoppio del termovalorizzatore maturata nell’ambito dell’Ato unica regionale. Una manifestazione coordinata dal Sindaco di Gioia Tauro, Aldo Alessio, a cui hanno preso parte anche i Sindaci f.f. di Città metropolitana e Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti. Dalla città dello Stretto, dunque, continua la forte resistenza per dire “no” al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. Questo, in contrasto con l’idea proveniente dalla Regione e dal Presidente Occhiuto, che ha annunciato un incontro coi Sindaci per martedì 10 maggio.

“E’ in atto in questo momento un’interlocuzione con il ministero a cui abbiamo inviato tutta la documentazione riguardante la possibilità di impugnare la legge regionale. Azione, quest’ultima, che può compiere solo il ministero naturalmente”, ha affermato il Sindaco metropolitano f.f. Versace. “Siamo stati finalmente convocati dal presidente Occhiuto per martedì prossimo – ha poi aggiunto il rappresentante di Palazzo Alvaro – per una riunione formale e dunque auspichiamo che questa iniziativa possa segnare la ripresa di un dialogo aperto e costruttivo non solo sul futuro del nostro territorio ma, in linea più generale, sull’intera problematica dei rifiuti a livello regionale. E naturalmente – ha rimarcato Versace – la prospettiva deve essere anche quella di rivedere le posizioni assunte dal Consiglio regionale anche se, a tal proposito, registriamo con amarezza l’assenza oggi in piazza, ma anche nelle precedenti iniziative pubbliche, dei consiglieri di Palazzo Campanella. In questa partita crediamo che non ci si debba dividere perché in gioco ci sono il futuro della nostra terra e la salute dei cittadini, ma senza confronto è impossibile individuare percorsi e soluzioni condivise”.

Dalla città metropolitana chiedono un confronto. Vogliono spiegare alla Regione i “no” alla scelta, che consistono sostanzialmente sul fatto che, rimarca Versace, “l’abbiamo detto chiaramente: questo di Gioia Tauro non è un termovalorizzatore ma un inceneritore. E abbiamo anche detto che questo impianto va ammodernato e messo in sicurezza. Siamo inoltre convinti che una linea operativa possa essere di aiuto al territorio metropolitano di Reggio Calabria. Ma quello che certamente non possiamo accettare è che Gioia Tauro diventi la discarica dell’intera Calabria. Va portato avanti il lavoro, fondamentale e irrinunciabile, sulle discariche di prossimità che il nostro Ente sta facendo e per il quale voglio ringraziare il consigliere Salvatore Fuda che sta seguendo questo processo con grande attenzione. E proprio come la Città metropolitana di Reggio Calabria è riuscita ad individuare i centri di discarica, allo stesso modo ci aspettiamo che gli altri territori facciano la stessa cosa”. Da Reggio il grido della politica è dunque unanime: “no”. In nome del fatto che non si vuole fare in modo che Gioia Tauro diventi la “discarica” della Calabria. Tutto giusto, se non fosse che, purtroppo, lo si deve constatare perché lo dicono i fatti, le immagini e le testimonianze, allo stato attuale già Reggio Calabria è di per sé una discarica. E, ci chiediamo: non sarebbe diventata una discarica anche l’enorme area a Melicuccà? E ci chiediamo ancora: Gualtieri a Roma vorrebbe, costruendo un termovalorizzatore, far sì che la capitale diventi una discarica? Le idee si contrappongono nella più classica fazione dei “sì” o “no”, ma sarebbe preferibile che alle scelte e alle motivazioni seguano anche della alternative.

“Reggio Calabria ha voluto rispondere presente al grido d’allarme lanciato dal Sindaco Alessio e dall’intera comunità di Gioia Tauro, “anche perché sin dal primo momento – ha evidenziato Brunetti – siamo stati contrari all’ipotesi di raddoppio di questo impianto che, ribadiamo, non è un termovalorizzatore. Contrarietà che abbiamo manifestato con grande chiarezza alle massime autorità regionali, con in testa il presidente Occhiuto. E siamo contrari perché questa prospettiva, nel quadro della nuova normativa, è completamente in controtendenza rispetto al percorso e ai grandi sacrifici che ha compiuto negli ultimi anni il territorio di Reggio Calabria”. Brunetti appoggia le parole di Versace, afferma che l’impianto di Gioia Tauro non è un termovalorizzatore e poi nomina ancora una volta la raccolta differenziata: “Ci viene ripetuto in tutti i modi che l’obiettivo è il raggiungimento della soglia del 65% di raccolta differenziata, obiettivo su cui stiamo lavorando sia pur tra le mille difficoltà con cui devono fare i conti gli enti locali. E se questo è il percorso non si capisce bene per quale motivo dovremmo raddoppiare questo bruciatore che aumenterebbe la quota di indifferenziato. La verità, in realtà, è una sola ovvero che occorre in tutti i modi incentivare la raccolta differenziata e ridurre al massimo la produzione e lo smaltimento dell’indifferenziato. Questo è il sentiero su cui sta andando il mondo intero e noi, come Comune e come provincia, non intendiamo fare alcun passo indietro”.

L’idea di Brunetti è quella ed è anche normale sia così: la scelta dell’attuale amministrazione, sin dal suo insediamento, è stata quella di avallare la raccolta differenziata. Ma 8 anni sono un bilancio abbastanza attendibile per far notare (e non lo diciamo noi, ma i cittadini che giornalmente vivono, sentono e “odorano” la città) che, a queste condizioni, la raccolta differenziata, DA SOLA, funziona a intermittenza. E quando un meccanismo del genere si inceppa, non funziona, anche “vivacchiando”. E 8 anni sono anche un tempo abbastanza ampio per poter cominciare a qualcosa di diverso, non per forza in totale sostituzione alla differenziata. DA SOLA, ben specificato. Da sola, la differenziata non basta, lo si vede quotidianamente. Non alle condizioni attuali, quelle in cui manca un controllo capillare e in cui si continuano a vedere distese montagne di immondizia in giro per la città e ragazzi e bambini che rovistano dentro. Dire “no” a un termovalorizzatore si può? Si può nella misura in cui si propongano alternative diverse e migliori che non siano solo e soltanto la raccolta differenziata a tutti i costi. La differenziata si può fare, ma se accompagnata al rifiuto indifferenziato rimanente che, per forza di cose, va bruciato e utilizzato per produrre energia. Che sempre e per sempre ci sarà ed esisterà. E ad oggi, vedere Reggio così, è sicuramente peggio che vederla con la costruzione di un nuovo termovalorizzatore.

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