Il servizio antibracconaggio prevede un contingente di decine di militari, provenienti anche da altre Regioni
Continua senza tregua il contrasto al bracconaggio in provincia di Reggio Calabria, fenomeno assai diffuso che rende il territorio provinciale uno dei “black spot” italiani più problematici per questa tipologia di reati.
Anche quest’anno il CUFAA (Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari) dell’Arma dei Carabinieri ha predisposto la campagna di controlli e repressione del fenomeno, conosciuta come “Operazione Adorno”, nelle aree più sensibili della provincia di Reggio Calabria e di Messina.
L’operazione prende il nome dal termine con cui in provincia di Reggio Calabria è indicato il Falco Pecchiaiolo, un rapace migratore che periodicamente attraversa lo Stretto di Messina e che, assieme a innumerevoli altre specie protette, viene abbattuto dai bracconieri in entrambe le sponde dello Stretto. Il servizio antibracconaggio approntato dall’Arma prevede un contingente di oltre 50 militari, proveniente anche da altre Regioni, operanti in abiti civili e distribuiti in tutti i settori ritenuti a rischio, modalità queste che già da alcuni anni dimostra una notevole efficacia nella repressione di tale fenomeno illegale, peraltro sempre più inviso dalla società civile. L’attività sarà svolta con l’impiego di una unità cinofila e con il supporto dei droni. Nello stesso periodo oltre al contingente calabrese operante nel territorio della provincia di Reggio Calabria sarà presente un contingente sul versante siciliano dello Stretto.
Notevole è il contributo fornito ai Carabinieri Forestali da parte delle associazioni ambientaliste che quotidianamente, con la loro attenta osservazione dei flussi migratori e con il monitoraggio dei comprensori potenzialmente interessati al fenomeno del bracconaggio, apportano un contributo determinante alla riuscita del servizio.
Le attività di controllo dei Carabinieri Forestali continueranno anche nelle prossime settimane sino a cessata emergenza.