Reggio Calabria: revocata la sorveglianza speciale a Girolamo Mario Mammone

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I giudici della sezione misure di prevenzione della Corte d’Appello di Reggio Calabria hanno accolto l’appello proposto dal difensore, l’avvocato Pasquale Loiacono, e hanno revocato il provvedimento nei confronti di Mammone Girolamo Mario, 42 anni di Rosarno

I giudici della sezione misure di prevenzione della Corte d’Appello di Reggio Calabria hanno accolto l’appello proposto dal difensore, l’avvocato Pasquale Loiacono, e hanno revocato il provvedimento nei confronti di Mammone Girolamo Mario, 42 anni di Rosarno.

L’uomo, pregiudicato per alcuni reati, avrebbe dovuto scontare la sorveglianza speciale, che prevede una serie di restrizioni della libertà personale, fra cui l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza. Nella giornata di ieri la Corte di Appello di Reggio Calabria- Ssezione misure prevenzione, con provvedimento del giorno 18/05/2022, notificato all’interessato il giorno 20/05/2022, ha accolto la richiesta di revoca della misura di prevenzione della sorveglianza speciale nei confronti del giovane rosarnese irrogata dal Tribunale di Reggio Calabria con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

L’avv. Pasquale Loiacono, difensore del Mammone, ha evidenziato come il giovane rosarnese non è più attualmente soggetto socialmente pericoloso e che nel provvedimento impugnato non vi era specificazione su quale ipotesi di pericolosità si fondasse la misura di prevenzione personale adottata deducendo che i precedenti dello stesso risalivano nel tempo e che comunque non consentivano di affermare che il preposto risultava soggetto dedito “abitualmente” alla commissione di attività delittuose. Il difensore ha altresì chiarito, con memoria depositata in udienza corredata da pertinente documentazione, che i presunti incontri con soggetti socialmente pericolosi erano invece solo incontri occasionali e dettati da motivi di lavoro. Per altri incontri con altri soggetti è stato dimostrato come questi ultimi non fossero coinvolti in procedimenti penali per associazione a delinquere e molti dei quali incensurati. Condividendo le argomentazioni difensive la Corte di appello di Reggio Calabria ha ribaltato il giudizio sulla pericolosità sociale espresso in primo grado, disponendo la revoca della misura di prevenzione cui era sottoposto il giovane rosarnese.

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