Salario minimo: raggiunto l’accordo nell’Ue, ma “non lo imporremo all’Italia”

StrettoWeb

A Strasburgo questa notte è stato raggiunto l’accordo per il salario minimo nell’Ue: in Italia, tra i sei paesi dell’Ue in cui non esiste contrattazione collettiva, prosegue il dibattito

Questa notte i negoziatori del Consiglio, e quelli del Parlamento europeo, hanno raggiunto l’accordo sul salario minimo nell’Ue. Si tratta di un’intesa politica preliminare sulla bozza di direttiva in merito ai salari minimi adeguati nei 27 paesi dell’Unione Europea. La direttiva, spiega il Consiglio, si limita a stabilire procedure per assicurare l’adeguatezza dei salari minimi laddove esistono, a promuovere la contrattazione collettiva per stabilire i salari e ad aumentare l’accesso effettivo alla tutela del salario minimo per i lavoratori che vi hanno diritto in base al diritto nazionale. “Nelle linee guida politiche avevamo promesso un legge per assicurare il salario minimo nell’Ue. Con l’accordo politico di oggi sulle nostre proposte abbiamo rispettato” le promesse. E’ quanto ha scritto su Twitter la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, secondo cui “le nuove regole proteggeranno la dignità del lavoro e faranno in modo che il lavoro sia pagato”.

L’accordo raggiunto questa notte a Strasburgo nel trilogo, dopo otto round negoziali, dovrà però essere confermato dal Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue, e successivamente dovrà essere votato formalmente sia in Consiglio che in Parlamento. La direttiva dovrà infine essere recepita negli ordinamenti nazionali entro due anni. Tuttavia, la bozza stessa non prevede l’obbligo di introdurre un salario minimo in tutti i Paesi. Infatti non imporremo un salario minimo all’Italia, ha detto in conferenza a Strasburgo il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit. In ogni caso, si dice fiducioso, e “credo che la direttiva sia un contributo al dibattito che c’è in Italia. Ho molta fiducia che alla fine il governo italiano e le parti sociali, che svolgono un ruolo molto importante, arriveranno a un buon accordo per rafforzare la contrattazione collettiva, specialmente per coloro che non sono ben protetti e che alla fine arrivino alla conclusione che potrebbe essere importante introdurre un sistema di salario minimo in Italia. Ma è una decisione che spetta al governo italiano e alle parti sociali”, conclude.

Di questo è sicuro anche Giuseppe Conte: “A Strasburgo è stato raggiunto l’accordo sulla direttiva Ue sul salario minimo. Il Mov5Stelle da anni porta avanti questa battaglia. Non ci sono più scuse per nessuno: approviamo subito la nostra proposta, eliminiamo la vergogna degli stipendi da fame per milioni di lavoratori”, ha scritto su Twitter. Il Ministro delle Politiche agricole Patuanelli lo appoggia: “a questo Paese serve un salario minimo, che deve essere approvato in questa legislatura. Il MoVimento 5 Stelle lo chiede ormai da 9 anni, un appello rimasto inascoltato da quasi tutte le altre forze politiche, che nel corso di questi anni hanno ostacolato questa fondamentale riforma di civiltà. Solo oggi, dopo la pubblicazione degli scandalosi dati Ocse, l’arco politico italiano sembra essersi svegliato sul tema e la direttiva europea rappresenta una rivoluzione per tutti quei Paesi che ancora oggi, assurdamente, non lo hanno ancora introdotto”.

Il dibattito in Italia, dunque, rimane, ma in caso di sì si tratterebbe di una vera e propria svolta. Nei 27 paesi dell’Unione, infatti, il nostro è uno dei sei in cui non c’è la contrattazione collettiva e in cui, secondo l’Inps, oltre 5 milioni di lavoratori dipendenti guadagnano meno di 1.000 euro al mese, 4,5 milioni vengono pagati meno di 9 euro lordi all’ora e oltre 2 milioni di lavoratori percepiscono 6 euro lordi all’ora.

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