Antonio Messina: “6 anni di incubo e gogna mediatica, ma la Cassazione sgombra ogni dubbio”

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L’ex Sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina scrive un lungo post sui social dopo la pronuncia della Cassazione, che annulla la condanna nei suoi confronti per la vicenda legata alla riapertura del centro commerciale “La Perla dello Stretto”

Un lungo intervento sui social. Lungo così come il calvario che ha dovuto affrontare. Dopo 6 lunghi anni, trascorsi tra accuse, sentenze e accoglimenti parziali, la Corte Suprema di Cassazione ha annullato la condanna nei confronti dell’ex Sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina“con rinvio per nuovo esame ad altra sezione della Corte di appello di Reggio Calabria” – relativamente alla vicenda legata alla riapertura del centro commerciale “La Perla dello Stretto”. “Sono trascorsi 6 lunghi anni – scrive Antonio Messina su Facebook – da Maggio 2016 quando è iniziato l’incubo giudiziario mio e di tutti i miei cari per la vicenda PERLA DELLO STRETTO che appunto dopo 6 lunghi anni (nonostante il rito abbreviato) vede un momento assolutamente determinante nelle motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione di ieri”.

“E nel mentre si erano “consumati” i primi due gradi del processo Gotha (nella parte riguardante l’inchiesta Fata Morgana) con “derubricazione del reato” in primo grado, con esclusione dell’aggravante di cui all’art. 7 in secondo grado la Corte di Cassazione tratta non solo in punta di diritto ma nel merito della questione la vicenda PERLA DELLO STRETTO, sgombrando ogni ragionevole dubbio circa il mio interessamento alla vicenda da SINDACO DELLA CITTA’. Basta veramente poco e leggere solo alcuni estratti della sentenza della SUPREMA CORTE – prosegue l’ex primo cittadino villese – per definire il mio ruolo nella vicenda e gli interessi dello stesso, ovvero come si esprime nelle motivazioni della Sentenza: “non è inusuale che un pubblico amministratore, peraltro di una cittadina non particolarmente grande, abbia contatti con i protagonisti di un’operazione commerciale dell’alto contenuto strategico per l’economia locale, sia sotto il profilo dell’impulso alle attività economico-commerciali che quanto alla garanzia di livelli occupazionali. Tanto più che si trattava di ripristinare un livello di occupazione che era stato già compromesso dalla chiusura del centro”. E quindi il sottoscritto – evidenzia Messina – è passato dalla gogna mediatica per giorni e giorni, ricordo bene il titolo della Gazzetta del Sud del 28/05/2016 “IL SINDACO ELEMOSINAVA POSTI DI LAVORO” e l’articolo della sua corrispondente locale di allora, alla realtà espressa dalla Sentenza, quella che è emersa dalla lettura obiettiva e razionale delle carte processuali”.

“Sarebbe bastato per professionisti nel settore come anche per conoscitori del diritto – scrive – leggere le carte prima di scrivere quelle frasi perentorie che miravano a distruggere, giorno dopo giorno, articolo dopo articolo, l’uomo, il Sindaco, il primo cittadino che aveva raggiunto quasi il 70% dei consensi dopo una vittoria esaltante del 2015 alle elezioni comunali della Città, mandando nel caos e nello sgomento anche l’intera comunità Villese che leggeva, come se fosse verità, quelle frasi assolutamente non corrispondenti alla realtà dei fatti. Oggi, dopo sei anni ed il mio ritiro definitivo dalla vita politica villese, mi rimane l’affetto, la stima, la benevolenza della stragrande maggioranza dei cittadini di questa Città, che pur non avendo letto più nelle pagine locali i diversi risultati ottenuti nei vari gradi di giudizio che mi hanno riguardato, non hanno esitato a dimostrare fiducia ed a richiedere di “scendere nuovamente in campo” per questa Città. Ma allo stesso modo e con la stessa serietà e abnegazione con la quale mi sono approcciato alla politica ho deciso DI DIRE BASTA perché mai e poi mai avrei inteso “mettere in difficoltà” l’immagine della Città da possibili strumentalizzazioni fatte ad arte, anche in questi giorni di campagna elettorale su pubblica piazza”, sottolinea Messina, che ha deciso quindi di non tornare più in politica dopo l’immagine “rovinata” in questi anni di gogna mediatica.

“Così come ho deciso la notte del 23 dicembre 2016 – prosegue ancora – di dimettermi e di chiedere le dimissioni ai miei consiglieri comunali per evitare qualsiasi onta sulla mia persona e soprattutto sulla mia Città che avrebbe perso di credibilità nei confronti di tutte le istituzioni locali con le quali si approcciava, oggi sono ancora più orgoglioso di quella scelta a fronte delle motivazioni espresse dalla Suprema Corte che, sicuramente non mi CANCELLERANNO i momenti bui e drammatici che ho vissuto, ma che mi danno ancor di più forza e certezza della credibilità di una GIUSTIZIA che, seppur lenta, arriva a compiere il proprio dovere, ovvero l’accertamento della verità dei fatti che non è quella riportata frettolosamente da alcuni giornalisti”.

“Tutto ciò – conclude – è stato possibile grazie al grandissimo lavoro fatto da chi mi ha supportato in questi lunghissimi anni, assieme alla mia famiglia, i miei legali di fiducia, lo Studio del principe del Foro Avvocato Armando Veneto con la presenza puntuale e precisa degli Avv.ti Armando e Clara Veneto e Antonella Ventra e soprattutto delle grandissime doti professionali oltre che umane dell’eccellente Avvocato ANNAMARIA TRIPEPI e del suo studio, gli Avv.ti Valentina Martello e Marco Grillo Brancati che, senza mai aver avuto alcun dubbio sulla mia innocenza ed estraneità ai fatti contestati, hanno improntato UNA DIFESA che dire STUPENDA ED ENCOMIABILE è dire poco. A loro sarò riconoscenti per tutta la VITA”.

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