Covid, Ue proroga Green Pass fino a giugno 2023. Lega: “stop obblighi per cittadini”

StrettoWeb

“Il certificato Covid rappresenta uno strumento invasivo che, pensato esclusivamente per facilitare i viaggi e la ripresa del settore turistico durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, con il tempo ha fortemente limitato il diritto alla libera circolazione”, scrivono in una nota gli europarlamentari leghisti

La Commissione europea ha accolto ieri con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto ieri dal Parlamento europeo e dal Consiglio sulla proroga di un anno del certificato digitale Covid dell’UE, in seguito alla proposta della Commissione. La proroga consentirà alle persone di continuare a utilizzare il proprio certificato per viaggiare nell’UE oltre la data di scadenza iniziale del regolamento, il 30 giugno 2022, potendolo quindi utilizzare fino al 30 giugno 2023. “Dalla Lega al Parlamento Europeo un forte no all’estensione di un anno del certificato Covid Ue. Ci siamo opposti alla proposta votata in commissione Libe e sostenuta dalla maggioranza del Parlamento Europeo: come emerge dai dati, la situazione sanitaria in Europa – e non solo – risulta in netto miglioramento”. Lo affermano in una nota gli europarlamentari della Lega Annalisa Tardino (coordinatrice ID in commissione Libe), Alessandra Basso, Susanna Ceccardi e Antonio Maria Rinaldi, che in commissione Libe hanno votato contro la proposta.

“Il certificato Covid – proseguono nel comunicato – rappresenta uno strumento invasivo che, pensato esclusivamente per facilitare i viaggi e la ripresa del settore turistico durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, con il tempo ha fortemente limitato il diritto alla libera circolazione”. “Ci stupisce che altri partiti italiani possano sostenere questo provvedimento. Oggi non c’è alcuna necessità e già diversi Stati membri non richiedono alcun certificato ai viaggiatori in arrivo – concludono gli europarlamentari della Lega – . Anche in plenaria non solo ci opporremo, ma chiederemo il totale rigetto del prolungamento al giugno 2023 di uno strumento che non appare più necessario e proporzionato rispetto all’attuale contesto sanitario”.

Condividi