“In carcere per 22 anni, ma era innocente”. Il siciliano Giuseppe Gulotta: “votare sì al referendum per evitare storie come la mia”

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Il siciliano Giuseppe Gulotta ha trascorso 22 dei suoi 58 anni in carcere: per questo invita “tutti gli italiani ad andare a votare sì ai referendum sulla giustizia”

Arrestato nel 1976 per un omicidio in Sicilia, ad Alcamo Marina, nei confronti di due Carabinieri, rimane in carcere per 22 anni. Ne aveva 18, all’epoca dei fatti. Entra in carcere, esce poi dopo due anni e tre mesi e, dopo altri 12, rientra, per restare definitivamente dietro le sbarre dal 1990 al 2010 in seguito a condanna. Nel 2012, però, il siciliano Giuseppe Gulotta, ora 58enne, viene assolto perché il fatto non sussiste. In pratica, 22 dei suoi 58 anni, passati dentro, più altri quindici tra ansie e processi. Il tutto, però, da innocente. Una vita segnata praticamente per sempre. Ma è per questo che, ora, Giuseppe Gulotta dice sì ai referendum sulla giustizia: “bisogna andare a votare e votare sì anche con la speranza che casi come il mio non accadano più”, dice all’Adnkronos.

“Ho già partecipato a un incontro con il Partito Radicale a Roma perché condivido la loro battaglia a cui si è aggiunta anche la Lega – prosegueSpero che tutti vadano a votare, anche se, purtroppo, nelle tv c’è un silenzio totale sui referendum, a parte qualche piccola informazione che danno fra uno spazio e l’altro. I talk show non se ne occupano, forse qualcosa in più la sta facendo Mediaset. Io non sono un esperto, mi intendo poco di riforma del Csm, per dire, ma bisogna andare a votare sì in particolare per il quesito sulla separazione delle carriere, che ritengo sia quello più importante. Un pm che va a braccetto con il giudice è una cosa abnorme. Quando ero sotto processo, il pm, a fine udienza, quasi quasi andava in camera di consiglio con la Corte e la giuria popolare. Ecco, io spero che con il sì si arrivi alla parità fra accusa e difesa, e spero che il pm cominci a valutare anche le prove a favore del reo. Il giudice deve giudicare in piena libertà, deve essere terzo, super partes”.

I dubbi di Gulotta sono un po’ quelli di tutti coloro che voteranno sì: il mancato raggiungimento del quorum. E per questo che il siciliano vittima di errore giudiziario invita “tutti gli italiani ad andare a votare sì e invito i mass media a dare un’informazione maggiore sui referendum, anche perché il periodo è un po’ particolare, la gente magari pensa ad andare al mare, ma speriamo che il 12 giugno si rechi a votare per i referendum. Non so se la vittoria dei sì, con il superamento del quorum, renderà più difficile che si verifichino casi come quelli di cui sono stato vittima io – precisa – so però che di errori giudiziari ce ne sono tanti. Ogni giorno tre innocenti finiscono in carcere, mille all’anno. Quando mi invitano per raccontare la mia storia lo faccio per fare in modo che casi come il mio non se succedano più. Purtroppo, però, la realtà è molto diversa da ciò che speravo. Dunque invito a votare sì anche con la speranza che casi come il mio non accadano più”.

“Temo – conclude Gulotta sempre in merito al quorum – che se non sarà raggiunto, la sconfitta dei referendum lascerà la giustizia così com’è. I referendum sono uno stimolo al parlamento di accelerare con la riforma della giustizia. La riforma del ministro Cartabia è importante in qualche punto, ma in altri un po’ meno, però qualcosa si sta muovendo. Mi auguro, dunque che gli italiani vadano a votare, che il quorum sia superato e che vincano i sì, anche per evitare nuovi casi eclatanti come quello Palamara. La giustizia oggi è marcia fin nelle fondamenta”.

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