Regionali in Sicilia: Meloni a Messina e Palermo anche per blindare Musumeci

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Il leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, darà sostegno anche ai candidati a sindaco Maurizio Croce e Roberto Lagalla

E’ una doppia partita quella che in queste settimane si sta giocando in Sicilia. Le due grandi città Messina e Palermo saranno chiamate alle urne per l’elezione del Sindaco, ma nell’Isola a distanza di qualche mese si tornerà a votare per il Presidente di Regione. Un impegno doppio che Giorgia Meloni vuole portare avanti: il leader di Fratelli d’Italia sarà prima in riva allo Stretto per sostenere Maurizio Croce, poi si sposterà nel capoluogo per Roberto Lagalla. A entrambi i comizi sarà presente il governatore Nello Musumeci, pronto a chiedere la corsa-bis verso Palazzo d’Orleans. “Sono il presidente uscente, quindi mi ricandido. Si tratta solo di capire quanto sarà grande la coalizione. Non esiste una Regione in Italia in cui il presidente uscente non si ricandida. Sono convinto che prevarrà il buonsenso”, ha affermato Musumeci ai microfoni di Rai 1.

In questo scenario ancora da risolvere, Fratelli d’Italia ritiene di aver un asso nella manica: se la lista del partito di Meloni risultasse la più votata in entrambe le città, gli alleati del centrodestra non potrebbero rifiutare la ricandidatura di Musumeci. Forza Italia e Lega (Prima l’Italia) per il momento fanno resistenze, ma Giorgia Meloni è stata chiara: “la competizione interna a me interessa fino ad un certo punto, a me interessa solo vincere rispetto agli avversari. La normalità è il centrodestra unito”.

Non ci sarà ovviamente soltanto questo a tenere banco, a Messina e Palermo si parlerà anche di reddito di cittadinanza. “Il nostro è l’unico partito che non ha mai votato il reddito di cittadinanza”, ricorda Giorgia Meloni. Un’opposizione ferma che trova lo scudo dei grillini: “è semplicemente aberrante assistere agli attacchi dei leader di centrodestra a favore di telecamere, mentre sui territori i loro candidati alle liste per le Amministrative difendono questa misura di civiltà voluta dal Movimento 5 Stelle perché temono di perdere voti”.

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