Messina, Erika La Fauci a StrettoWeb: “no alla politica contro gli altri. Il Ponte? Nel 2022 non possiamo rimanere solo con i traghetti”

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Messina, Erika La Fauci a StrettoWeb: “ritengo che la mia figura, ancorché molto giovane, possa rappresentare un punto di riferimento per le nuove generazioni”

Erika La Fauci è una studentessa di dottorato in diritto costituzionale presso l’Università dì Messina in cotutela con l’Università dì Tolone. Svolge la pratica forense presso uno studio legale di Messina e, fra le molteplici esperienze maturate, ha da ultimo svolto uno stage presso la Presidenza del Consiglio. Parallelamente a tali occupazioni, svolge anche un’attività da musicista tenendo concerti in qualità di cantante e pianista. E’ candidata nelle liste del Partito Democratico. Ai microfoni di StrettoWeb ha illustrato la propria posizione sull’amministrazione De Luca, Ponte sullo Stretto, referendum e tanto altro.

Cosa l’ha convinta a scendere in campo in questa tornata elettorale?

“Ciò che mi ha spinto a candidarmi è stata la necessità e la voglia di cambiamento che da parte di tutti i giovani messinesi si avverte in modo tanto drammatico quanto costante. Credo che l’inerzia sia una delle cause principali dei problemi che affliggono questa città e ritengo, pertanto, che un primo passo per affrontarla sia quello di dare un segnale spendendosi in prima persona in questa tornata elettorale”.

Come giudica l’amministrazione De Luca?

“Prima di rispondere a tale domanda, mi corre l’obbligo di premettere che preferisco di gran lunga fare politica per la cura degli interessi di una comunità e per l’affermazione di valori e di idee piuttosto che fare politica contro qualcuno. Ad ogni modo, ciò che più che mi preoccupa dell’amministrazione De Luca, è indubbiamente il senso di odio e di disprezzo che questa ha suscitato nell’animo di tanti cittadini nei confronti di coloro che abbiano un pensiero diverso da quello del Primo cittadino. Se a ciò si aggiunge un uso spasmodico dei social – spesso incubatori di risentimento – che ha unicamente reso protagoniste di innumerevoli dirette le drammatiche vicende della città di Messina piuttosto che risolverle, il quadro è sconcertante. Appunto, la politica contro gli altri più che per gli altri. Peraltro, l’amministrazione De Luca, sin dal suo insediamento, ha promesso più lavoro e pulizia delle strade. Mi sembra evidente che la città, invece, sia sempre più sporca e con uno dei più alti tassi di disoccupazione mai raggiunti”.

Quale punti programmatici ha sottoposto alla sua coalizione?

“I punti programmatici cui tengo di più, com’è naturale, non possono che riguardare i giovani. Specificamente, insieme ad Alessandro Buono – anche lui, come me, candidato nella lista del PD – abbiamo pensato ad un’Amministrazione che favorisca l’imprenditoria giovanile, che promuova le start up, che riconosca la possibilità ai ragazzi di potere lavorare e ad avere un futuro in questa città piuttosto che essere costretti a cercarlo altrove. Un aspetto che ritengo essere molto importante riguarda, anche, l’adozione di misure che rendano Messina una vera smart e green city: meno inquinata e con più mobilità ecosostenibile. Una pista ciclabile più semplice da percorrere, domeniche green, aree verdi e zone destinate allo sport. Insomma, rendere questa città davvero vivibile e competitiva con altre realtà italiane”.

Il cittadino perché dovrebbe votare per Lei?

“Ritengo che la mia figura, ancorché molto giovane, possa rappresentare un punto di riferimento per le nuove generazioni. Personalmente, sono sempre stata abituata a vivere molteplici realtà di questo territorio e ho avuto modo di vederne tanto i punti di forza quanto quelli nevralgici. Per questo credo che, in sinergia con tutti i giovani messinesi, si possa fare un ottimo lavoro per riscattare questa città e liberarla dell’inerzia in cui da troppo tempo è piombata. Messina e le nuove generazioni, se unite in un’equazione virtuosa, hanno delle potenzialità tali che sprecarle – come finora sostanzialmente è stato fatto, tranne rarissime eccezioni – sia un peccato il cui costo è diventato insostenibile”.

Cosa pensa del Ponte sullo Stretto?

“Il Ponte sullo Stretto è un nodo gordiano difficile da sciogliere ma del quale, ritengo, sia necessario discutere. Personalmente, non mi sento di esprimere una posizione decisa sul tema. Da un lato, infatti, ritengo impensabile che nel 2022 i traghetti siano l’unico mezzo per attraversare lo Stretto. Dall’altro, però, penso che la costruzione del ponte richieda una solida preparazione da parte della città – tanto organizzativa quanto economica – per affrontare la realizzazione di un’opera di tale portata. Di fatto, Messina, diventerebbe un cantiere a cielo aperto per alcuni anni e non so se, ad oggi, sia ancora pronta ad affrontare tale sfida”.

Referendum sulla giustizia, qual è la sua posizione?

“I quesiti referendari sui quali saremo chiamati a votare il 12 giugno rappresentano un’importante testimonianza della necessità di riformare la magistratura: troppo spesso ingiustamente vilipesa ma, al contempo, bisognosa di cambiamenti. Tuttavia, ritengo che le proposte presentate non siano le misure più appropriate per correggere i problemi che affliggono il potere giudiziario e la sua organizzazione. L’unico quesito referendario su cui mi trovo d’accordo è quello relativo alla separazione della carriere in quanto ritengo che lo svolgimento della funzione giudicante e requirente sia segnato da una profonda differenza e, giammai, dalla trasversalità cui finora siamo stati abituati ad assistere”.

Erika La fauci

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