Da Milano a Genova in meno di un’ora con il super tunnel: se lo Stretto fosse al Nord, il Ponte sarebbe già in piedi…

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Mentre per il Ponte sullo Stretto sono stati stanziati altri 50 milioni di euro per studi di fattibilità già eseguiti in passato, tra Milano e Genova sarà presto portato a termine un tunnel che ridurrà di un terzo i tempi di percorrenza

Dal centro di Milano al mare della Liguria in meno di un’ora. Grazie al progetto del Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova, infatti, il capoluogo lombardo sarà molto più vicino alla costa. L’opera è stata definita “straordinaria” dal Premier Mario Draghi perché in termini di sostenibilità favorirà una riduzione del 33% dei tempi di percorrenza della tratta, con il conseguente calo del 55% delle emissioni di Co2 rispetto al trasporto su gomma. E così dalla stazione Centrale di Milano sarà possibile “volare” a Genova in meno di un’ora grazie all’alta velocità. Il tracciato è estremamente complesso e si sviluppa per il 70% in galleria, attraversando uno dei contesti geologici più complessi al mondo, che hanno comportato un’attenzione ancora maggiore su tutte le misure messe in campo per garantire la sicurezza delle persone al lavoro nel cantiere in tutte le fasi di produzione.

Ah se solo Messina fosse Milano e Reggio Calabria fosse Genova, chissà da quanto tempo il Ponte sullo Stretto sarebbe già stato messo in piedi. Già perché, mentre Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova si procede spediti e si lavora anche di notte, per l’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria sono stati stanziati dal ministro Enrico Giovannini altri 50 milioni di euro in studi di fattibilità che potranno soltanto confermare quanto già si sapeva in precedenza. Esiste, infatti, un progetto cantierabile di ponte a campata unica (realizzato dalla società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. dopo approfondite ricerche durate dal 1981 al 2010), che però è stato fermato dal Governo tecnico Monti tra il 2012 e il 2013.

Altro grande paradosso è rappresentato dal fatto che il Terzo valico dei Giovi-Nodo di Genova è realizzato dal General Contractor guidato da Webuild per conto di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs Italiane), la stessa azienda che si è proposta più volte di realizzare il Ponte sullo Stretto. I lavori sono sotto l’egida del Commissario straordinario di Governo Calogero Mauceri e in queste settimane hanno raggiunto l’80% di avanzamento, grazie ad un sistema di produzione che, come detto, rimane attivo 24 ore al giorno 7 giorni su 7. Il completamento del tunnel ferroviario è previsto entro il 2024.

Oltre ad essere una delle infrastrutture sostenibili più importanti tra quelle oggi in esecuzione in Italia, il Terzo valico dei Giovi-nodo di Genova è un grande volano di sviluppo: la sua realizzazione contribuisce infatti una filiera di oltre 2.300 imprese, che dà lavoro a circa 5mila cittadini. Una volta ultimata, con i suoi 53km complessivi, accrescerà la competitività dell’Italia, conferendole maggiore centralità nei collegamenti trans-europei e permetterà l’integrazione della rete di Genova e del suo porto, rendendolo sempre più funzionale come hub internazionale, grazie alle interconnessioni verso Torino, Milano e, quindi, l’Europa. A livello continentale, infatti, la città ligure sarà collegata meglio a Rotterdam, uno dei principali scali commerciali, da cui ogni giorno potranno arrivare oltre 100 treni.

Questo tunnel ferroviario tra Milano e Genova, per certi aspetti, spegne i sogni di gloria per Calabria e Sicilia. Il Ponte sullo Stretto non è da considerarsi come una cattedrale nel deserto, ma è un’infrastruttura che si inserisce in un più ampio sistema logistico. La presenza del collegamento stabile tra Messina e Villa San Giovanni permetterebbe il raggiungimento dell’alta velocità fino in Sicilia e favorirebbe lo sviluppo dei porti di Ragusa e Gioia Tauro. E’ solo così che veramente il Sud Italia diventerebbe la piattaforma commerciale dell’Europa andando a raccogliere quel traffico navale che, a causa dell’arretratezza e della mancanza di infrastrutture e collegamenti del Meridione, preferisce dirigersi verso quella Rotterdam che si avvicina sempre più a Genova. Insomma, invece di collegare il Sud e il Nord, il Governo italiano punta soltanto ad investire in una parte d’Italia, lasciando Sicilia e Calabria sempre più isolate.

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