Caos nel Movimento 5 Stelle, ipotesi espulsione Di Maio: “disallineamento su invio armi in Ucraina”

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Caos nel Movimento 5 Stelle, è scontro sull’invio delle armi in Ucraina. Rimbalza l’ipotesi riguardante l’espulsione del ministro Di Maio

La guerra in Ucraina continua a essere un tema centrale nella politica italiana e rischia di aver aperto una spaccatura insanabile nel Movimento 5 Stelle. Notte difficile quella appena conclusa, con tanto di riunione di 4 ore del Consiglio nazionale. Al centro la bozza redatta da alcuni senatori pentastellati che chiedeva lo stop all’invio delle armi in Ucraina, proposta che il ministro Di Maio aveva duramente criticato: “ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue e se ci disallineiamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia“. In mattinata il secondo round del confronto.

Giuseppe Conte: “rammaricato per le parole di Di Maio”

Alle critiche di Di Maio era seguita l’ipotesi di una possibile espulsione (o auto-espulsione) del ministro degli Esteri. Uno scenario che, al momento, sembra essere stato messo da parte dopo la riunione di ieri sera. Giuseppe Conte si è detto molto rammaricato dalle parole usate da Di Mao sulla sua stessa forza politica, ma allo stesso tempo ha fatto da mediatore fra le due parti, provando a ricomporre la frattura fra Di Maio e l’ala più dura del partito che sottolinea come Di Maio si sia allontanato dalle origini.

Roberto Fico: “arrabbiati e delusi per attacchi Di Maio”

Il presidente della Camera Roberto Fico ha dichiarato: “siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a comprendere che il ministro degli Esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all’Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima. Non c’è nessun Conte-Di Maio, state sbagliando prospettiva. L’unica cosa che c’è è, al massimo, Movimento-Di Maio, perché attaccare il M5s su posizioni che non sono in discussione dispiace a tutta la comunità del Movimento. È questo il punto“.

I punti dello scontro: dalla Belloni alle armi

In realtà le tensioni all’interno del Movimento 5 Stelle non sono certamente nate ieri sera. Il primo scontro era avvenuto sul nome di Elisabetta Belloni come nuovo presidente della Repubblica al posto di Mattarella, nome proposto da Conte ma appoggiato da Di Maio. Ruggini tornate in auge dopo la debacle pentastellata alle recenti elezioni comunali.

Non si può risolvere l’analisi del voto facendo risalire i problemi all’elezione del presidente della Repubblica – aveva dichiarato Di MaioCredo che bisogna anche un po’ assumersi delle responsabilità rispetto a un’autoreferenzialità che andrebbe un po’ superata“. Poi il caso della bozza relativa all’invio delle armi in Ucraina. “I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue – ha dichiarato Di Maio in una nota – Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave. Vengo accusato dai dirigenti della mia forza politica di essere atlantista ed europeista. Lasciatemi dire che, da Ministro degli Esteri, davanti a questa terribile guerra rivendico con orgoglio di essere fortemente atlantista ed europeista“.

Il vicepresidente del M5S, Riccardo Ricciardi, ha definito il titolare della Farnesina “un corpo estraneo“, la vicepresidente Todde ha invece dichiarato “la posizione del ministro Di Maio sta indebolendo tutta la nostra comunità”.

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