Reggio Calabria: chiude definitivamente il Centro Educativo “Lilliput”

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L’Associazione Culturale Magnolia RC ritiene sia una sconfitta “per le realtà politiche e sociali del territorio reggino e per tutto il contesto regionale calabrese”

“Il Centro Educativo “Lilliput” chiude, di fronte al silenzio assordante delle Istituzioni”. E’ questa la nota pubblicata questa mattina dall’Associazione Culturale Magnolia di Reggio Calabria in merito alla vicenda che si è abbattuta sulla realtà sociale reggina. Il Centro socio-educativo Lilliput, dopo 22 anni di attività, chiude nonostante diverse interlocuzioni e manifestazioni, attestati di solidarietà da parte delle diverse realtà culturali, sociali e dai cittadini reggini. “Una realtà resistente contro un regolamento regionale che di fatto impedisce alle piccole organizzazioni di poter sperare di essere accreditate per erogare servizi sociali nella nostra regione – si legge ancora nella nota – . Il Centro Lilliput, fondamentale per il territorio di Croce Valanidi, da oggi chiude ed è davvero una sconfitta per le realtà politiche e sociali del territorio reggino e del contesto regionale calabrese”.

“Ancora una volta – prosegue l’associazione no profit – i servizi destinati alle fasce più deboli della popolazione non sembrano priorità per le Istituzioni, per un regolamento assurdo regionale che, ricordiamo, prevede ad esempio una superficie minima di 10mq per utente contro i 5mq della Lombardia ed altre specifiche che non possono certo essere reperite con facilità, sia a livello strutturale, sia dal punto di vista del taglio del personale, riduzione del numero dei bambini che possono accedere al servizio, ecc”.

Come Associazione Culturale Magnolia RC “esprimiamo ancora una volta la nostra solidarietà agli operatori, ai minori e alle famiglie vittime di questo fatto burocratico che impedisce lo sviluppo di pratiche sociali ed educative nella periferia sud reggina, dove c’è grosso bisogno di questo servizio e soprattutto si nota sempre come le piccole realtà sociali e culturali vengono ostacolate nel loro operato a discapito dell’utenza, senza tenere conto della qualità del servizio e a vantaggio di grosse aziende che proseguono le attività manageriali nel settore sociale e culturale”.

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