Le vere cause dell’aumento dei prezzi della benzina e la propaganda di Stato in TV

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Benzina e diesel costano sempre di più, e il Governo se ne lava le mani: così l’inflazione aumenta e gli italiani vengono ulteriormente bastonati

La propaganda di Stato continua: mentre i prezzi dei carburanti continuano ad aumentare in modo sempre più rapido, facendo impennare anche il costo di tutti gli altri beni che tramite i carburanti vengono prodotti e trasportati, e quindi trascinando sempre più in alto la spirale inflazionistica, sui principali media nazionali vengono con insistenza rilanciate bizzarre e fuorvianti teorie che vorrebbero assolvere il Governo da ogni responsabilità. Qualcuno è arrivato addirittura a parlare di “speculazione dei gestori dei distributori” come “unica causa” dell’aumento dei prezzi del carburante, paragonandolo alla “stessa speculazione che venne fatta con il passaggio dalla lira all’euro quando i commercianti automaticamente venderono a un euro quello che prima costava mille lire“.

A parte il fatto che allora il centrosinistra in blocco crocifisse il governo in carica, guidato da Berlusconi, colpevole di non aver “controllato e fermato la speculazione“; quindi ammesso e non concesso che gli italiani stiano subendo un salasso per colpa dei gestori delle stazioni di servizio, dovrebbe comunque essere il governo a controllarli evitando questo scenario. Ma ciò che più fa riflettere è la mancanza di vergogna di chi tenta di propinare per verità destinate agli allocchi (i soliti sudditi pronti a sorbirsi qualsiasi cosa), vere e proprie falsità di Stato. Perchè anche i bambini sanno che non c’è alcuna speculazione alle pompe: le cause degli aumenti sono altrove.

Come si può parlare di “speculazione” dei privati, quando l’unico speculatore di questa vicenda è proprio lo Stato? Il costo dei carburanti si era stabilizzato per circa due mesi tra 1,7 e 1,8 euro al litro dopo il taglio delle accise di 30 cent/litro praticato a fine marzo dal governo. Successivamente abbiamo avuto un nuovo balzo soltanto dopo l’annuncio dell’Unione Europea del nuovo pacchetto di sanzioni alla Russia con il graduale bando delle importazioni di petrolio nei prossimi mesi: una scelta che ha fatto schizzare in alto il prezzo del petrolio sui mercati internazionali determinando un aumento del costo generalizzato in tutto il mondo. Ad aumentare è il valore del barile che noi importiamo: che c’entrano i poveri gestori delle stazioni di servizio?

In questo modo, nell’arco di poche settimane il costo della benzina è schizzato oltre i 2 euro nonostante il taglio di 30 centesimi che il governo valuta di “rinnovare e prorogare” anche dopo l’8 luglio quando è in scadenza. Ma intanto lo Stato continua ad incassare un extra gettito dall’IVA che è sempre in percentuale rispetto ai prezzi alla pompa, che dovrebbero essere ulteriormente sforbiciati e potrebbero esserlo a costo zero per lo Stato, semplicemente rinunciando all’extra gettito che fa riempire le casse pubbliche sulla pelle degli italiani come se fosse una sorta di nuova tassa nascosta sui rifornimenti dei carburanti.

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