Covid e vaccini, dimenticare la stagione degli obblighi. Rezza: “siamo nella fase della responsabilizzazione”

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“Non necessariamente dovremo vaccinarci una volta all’anno. Potremmo adottare una strategia vaccinale che vada a proteggere le persone più fragili o gli anziani, quindi non per forza andrà vaccinata tutta la popolazione”, ha spiegato il direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute

“Forse è passata la stagione degli obblighi e siamo di fronte ad una stagione di responsabilizzazione dei cittadini, che ormai sono abituati ad usare certe misure”. E’ quanto afferma Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, intervistato dall’agenzia Dire in merito alla possibilità di un ritorno a misure restrittive qualora i contagi, soprattutto con la stagione invernale, dovessero di nuovo aumentare, a margine della settima edizione degli ‘Stati Generali dell’Assistenza a lungo termine’, l’evento organizzato da Italia Longeva, di concerto con il ministero della Salute, in programma ieri e oggi nella Capitale. “Bisogna responsabilizzare le persone – ha aggiunto Rezza – perché quando si trovano in posti molto affollati l’uso volontario delle mascherine può certamente essere utile”.

“Inoltre – ha proseguito Rezza – visto che non possiamo vivere per sempre con delle restrizioni, non utilizziamo più tutte quelle misure del passato e quindi il virus ha trovato il modo per diffondersi più rapidamente. Alcune misure però potrebbero continuare ad essere utilizzate, per esempio su base volontaria – ha concluso – come l’utilizzo della mascherina se ci si trova in eventi affollati dove la trasmissione può avvenire”. E poi sui vaccini, Rezza afferma: “non necessariamente dovremo vaccinarci una volta all’anno. Potremmo adottare una strategia vaccinale che vada a proteggere le persone più fragili o gli anziani, quindi non per forza andrà vaccinata tutta la popolazione”.

Per quanto riguarda i vaccini sarà “necessario valutare quanto a lungo può durare l’immunità conferita da questi farmaci o dall’infezione naturale e, dopo, vedere quanto cambiano le caratteristiche dei virus circolanti: se una variante riesce a ‘bucare’ o l’infezione naturale o l’immunità conferita dai vaccini, allora in quel caso c’è bisogno di adattare il vaccino e di nuovo ricorrere alla vaccinazione. Più o meno come avviene per l’influenza, ma con quest’ultima c’è una stagionalità ben definita, mentre col Covid – ha concluso – ancora non siamo arrivati a quel punto”.

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