Crisi Governo Draghi, Conte: “no alla fiducia per umiliazioni subite”. Tensioni Pd-Forza Italia, il Centrodestra chiede le elezioni

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Giuseppe Conte ha espresso la posizione del Movimento 5 Stelle in una diretta Facebook prima dell’assemblea congiunta dei parlamentari grillini: “nessun ricatto da parte nostra, il Premier Draghi si assuma le responsabilità delle sue scelte”

“Il nostro no non era alla fiducia ma una reazione alle umiliazioni subite”, è quanto afferma tramite la pagina Facebook il presidente del M5S, Giuseppe Conte, durante lo streaming tenuto prima dell’assemblea congiunta dei parlamentari grillini. L’ex Premier contesta Mario Draghi: “senza risposte chiare e se non ci verrà garantito rispetto, il M5S non potrà condividere una responsabilità diretta di governo”. Insomma, se non dovesse arrivare una risposta al documento che contiene le nove richieste dei grillini, il Movimento 5 Stelle sarà fuori da governo: dal termovalorizzatore di Roma (“la Capitale non può diventare la pattumiera d’Italia), passando per il Superbonus e il salario minimo per i lavoratori. Conte ha messo dei fermi paletti.

All’interno del Movimento si sono generate diverse tensioni: potrebbe esserci una nuova scissione, dopo quella di Di Maio nelle settimane scorse, con una trentina di parlamentari a favore di Draghi che sarebbero pronti a votare la fiducia al governo. I grillini, però, vengono accusati di aver fatto un “ricatto. Ma allora il ricatto lo abbiamo subito, non fatto”, ha affermato ancora Giuseppe Conte. “Nessuno può permettersi di parlare di posizioni strumentali o pretestuose” del Movimento, “non siamo disponibili a tradire il patto stretto con le generazioni future”, ha aggiunto. “Noi siamo scomodi, lo sappiamo”. E sulle dimissioni di Draghi, il leader 5 Stelle afferma: “come noi ci assumiamo la responsabilità dei nostri comportamenti, anche Draghi si assume la responsabilità della sua decisione. Le dimissioni del presidente intervengono in un momento in cui l’ultimo voto di fiducia espresso certifica che esiste una maggioranza che gode di ampi margini numerici”.

Intanto, Enrico Letta ha lanciato un appello a tutte le forze politiche, ma soprattutto al M5S, “perché sia della partita mercoledì, con la voglia di rilanciare”. Forza Italia è il partito che più di tutti non ci sta, e con Antonio Tajani, il coordinatore nazionale, risponde: “se non ci sarà un altro governo Draghi senza i 5S si tornerà a votare”. Un’ipotesi però, per il ministro dem del Lavoro Andrea Orlando, che “non percorribile”. Il ministro grillino per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha lanciato un allarme: in caso di “dimissioni del governo” le riforme del Pnrr non giungerebbero al traguardo. Oggi è anche stata la giornata degli appelli. Oltre a quello di Letta, anche i sindaci si sono rivolti con diversi messaggi di appello a Mario Draghi chiedendogli di “andare avanti” perché “serve stabilità”. L’accorato appello arrivata anche dai rappresentanti delle principali professioni sanitarie che non vogliono essere “lasciati soli ora” dopo aver combattuto “in prima linea la battaglia, ancora in corso, contro il Covid-19”.

Appello sindaci a Draghi, Meloni critica: “amministratori usano Istituzioni senza pudore”

“Mi chiedo se tutti i cittadini rappresentati da Gualtieri, Sala, Nardella o da altri sindaci e presidenti di Regione che si sono espressi in questo senso, condividano l’appello a un governo e un Parlamento distanti ormai anni luce dall’Italia reale ad andare avanti imperterriti, condannando questa Nazione all’immobilismo solo per garantire lo stipendio dei parlamentari e la sinistra al governo. E mi chiedo se sia corretto che questi sindaci e governatori, rappresentanti di tutti i cittadini che amministrano (anche quelli che non li hanno votati e che la pensano diversamente) usino le Istituzioni così, senza pudore, come se fossero sezioni di partito. La mancanza di regole e di buonsenso nella classe dirigente in Italia comincia a fare paura”, scrive in una nota Giorgia Meloni, commentando gli appelli che diversi governatori e sindaci hanno rivolto al Premier Draghi.

Salvini: “non partecipiamo a teatrino di questi giorni”

“Faremo quello che serve all’Italia e non siamo disposti a partecipare al teatrino di questi giorni in cui le marionette Conte e Di Maio dicono una cosa la mattina e una la sera”. Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, nel corso di un comizio alla festa del Carroccio a Lezzeno, nel Comasco. “Noi siamo stati leali al governo Draghi per un anno e mezzo, ma io sono leale con i partiti che sono leali con me”, ha concluso il leader del Carroccio.

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