Decreto aiuti, il M5S non voterà la fiducia. Conte: “temo settembre caldo”. Letta e Salvini: “urne in caso di crisi”
Sembra arrivato al capolinea il governo presieduto da Mario Draghi e che ha messo insieme tutte le anime presenti in Parlamento tranne qualche gruppo come Fdi, Sinistra radicale e Italexit. Domani i parlamentari del Movimento 5 Stelle, dopo un susseguirsi di riunioni, non voteranno la fiducia sul decreto Aiuti. L’annuncio davanti è arrivato dal leder Giuseppe Conte: “il Paese è sul baratro, la situazione è cambiata. Siamo l’unico partito che incalza il governo sulle emergenze. Serve una fase differente”.
Anche una lunga chiamata telefonica tra il premier e l’ex presidente del consiglio non ha portato a novità consistenti: al centro della discussione ci sarebbero le richieste avanzate a Draghi dai grillini, nella lettera consegnata la settimana scorsa e incentrata su 9 punti. Punti che, come sostenuto dal premier ieri in conferenza stampa, coinciderebbero in larga parte con l’agenda di governo.
Letta: “il voto in caso di crisi”
“Credo sia evidente che questo è l’ultimo governo della legislatura. Bisogna dare il massimo perché dia i risultati migliori altrimenti meglio il voto anticipato“. E’ quanto ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta.
Salvini: “in caso di crisi meglio andare a votare”
Matteo Salvini, leader della Lega, sulla crisi tra M5S e Draghi, è chiaro: “cosa faranno i 5 Stelle non mi è dato sapere ma la cosa certa è che l’Italia, le imprese e i lavoratori italiani non possono permettersi mesi di litigi e ricatti. Quindi se c’è la possibilità di lavorare noi ci siamo, ma se bisogna passare mesi a questionare tanto vale dare la parola agli italiani e avere davanti 5 anni tranquilli”.
Renzi: “basta stare dietro a Conte”
“Con tutto quello che succede, stiamo dietro al sor Tentenna… Conte se ne vuole andare dal governo? Decida che fare altrimenti ciao“. E’ quanto afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi.