I Bronzi di Riace e l’Aeroporto: il mondo al contrario di Reggio Calabria

Non s'è mai visto un Aeroporto valorizzare una città. L'attività di ogni Aeroporto, al contrario, dipende dalle condizioni della città: ma a Reggio Calabria tutto funziona al contrario e allora l'ordine delle cose si inverte

StrettoWeb

No, non avete visto male. Non avete lo schermo di computer o smartphone sottosopra, né si tratta di un errore di impaginazione. E’ che a Reggio Calabria il mondo gira davvero al contrario: è tutto sottosopra, persino l’Aeroporto e i Bronzi di Riace, nella città che ama sempre farsi del male da sola. In settimana, infatti, sono state annunciate le attesissime celebrazioni per il 50° anniversario del ritrovamento dei Bronzi di Riace: grazie a uno straordinario impegno politico ed economico da parte della Regione Calabria (un impegno che può contare un solo precedente storico negli anni del governatore Scopelliti – unico Presidente regionale reggino della storia della Calabria – e che è dovuto oggi alla straordinaria competenza dell’attuale vice Presidente regionale, reggina e brillante, Giusi Princi) Reggio Calabria viene proiettata sul panorama turistico nazionale e internazionale proprio grazie a massicci e intelligenti investimenti sulla ricorrenza dei Bronzi di Riace.

Per la prima volta dopo l’entusiasmante stagione del “modello Reggio“, in città torna un programma di eventi estivi di altissimo livello con una notte bianca e una mole straordinaria di eventi culturali di altissimo spessore (mostre, spettacoli teatrali, convegni, concerti, eventi scientifici e archeologici) mentre la storia dei Bronzi di Riace e quindi della città di Reggio Calabria conquisterà le più prestigiose vetrine nazionali e internazionali con due prime serate TV su Rai1 e Rai3, un film Palomar nei cinema di tutto il mondo e nei più importanti Festival di settore (da Cannes a Berlino), un’installazione digitale che porterà i Bronzi virtualmente in giro per il mondo promuovendo la città e stimolando milioni di turisti a raggiungerla. Le celebrazioni continueranno per tutto il 2023 quando, particolare sottovalutato da molti media, centinaia di migliaia di visitatori arriveranno in città grazie all’accordo sottoscritto con il Ministero dell’Istruzione per fare di Reggio Calabria la meta privilegiata delle gite scolastiche.

Ebbene, persino di fronte a tutto questo Reggio Calabria si divide. E blatera. Parla, sparla, critica, mugugna. Prima si contestava il ritardo nella realizzazione del programma per celebrare il ritrovamento dei Bronzi, adesso i pretesti per le polemiche sono francamente imbarazzanti. Qualcuno è arrivato persino a contestare il fatto che siano stati presentati “a Roma e non a Reggio“! Perbacco! Ecco il mondo al contrario! Come si sono permessi a fare una cosa così grandiosa per la città? Effettivamente sarebbe stato meglio evitare una vetrina internazionale così prestigiosa, alla Camera dei Deputati con il Ministro Franceschini di fronte a 170 grandi media accreditati da tutto il mondo, per presentare gli eventi su due tavolini con una tovaglia di carta nel Gazebo di Sottozero davanti ai microfoni di StrettoWeb e Strill ai piedi del consigliere Quartuccio!

Cosa sfugge ai nostri eterni polemisti del fatto che presentare un evento a Roma, in tale contesto, significa dargli enorme valore e molta più visibilità di quanta non ne avrebbe avuta in città? Significa pensare in grande, significa finalmente fare qualcosa degno dei Bronzi di Riace che non sono una statuetta di quartiere ma hanno tutte le carte in regola per diventare simbolo dell’Italia intera richiamando a Reggio Calabria milioni di turisti l’anno, se solo venissero valorizzati sui grandi circuiti nazionali e internazionali uscendo dalle logiche delle sagre di paese tipicamente “riggitane“!

Il provincialismo reggino non ha limiti: eppure a Bormio nessuno s’è lamentato del fatto che le Olimpiadi Invernali 2026 di Milano-Cortina siano state presentate a Losanna e non in Valtellina, dove effettivamente si svolgeranno. Singolare che a Reggio c’è tale sottocultura che è ancora diffusa l’idea che la gente dei monti abbia una visione più arretrata del mondo rispetto a chi vive in riva al mare. Mah!

Altra polemica legata alle celebrazioni è quella, martellante in realtà, sull’Aeroporto dello Stretto: “come fanno ad arrivare i turisti a Reggio Calabria se non ci sono voli comodi?”. Eh già, come fanno i turisti ad andare in massa alle isole Eolie, a Noto, a Pompei, a Matera, tutte rinomate sedi di affermati Aeroporti Internazionali? A prescindere però dal fatto che il turismo lo fanno i territori, e la gente si sposta in base ad eventi e attrazioni, sull’Aeroporto dello Stretto la questione è seria e più ampia. E bisogna partire dall’abc: gli Aeroporti funzionano in base al mercato, e non sono gli Aeroporti a valorizzare le città bensì al contrario sono le città a valorizzare gli Aeroporti. Non è un caso se i principali scali d’Italia siano Roma e Milano, seguiti da Bergamo, Napoli, Catania, Venezia e Bologna. La ragione del loro successo non è in alcun modo legata agli Aeroporti in sè, ma ai territori che sono i più popolosi e turistici d’Italia, quindi con il più grande mercato di passeggeri.

L’Aeroporto di Reggio Calabria è un’eccezionale comodità affatto scontata per i cittadini reggini, che hanno tuttora la possibilità di prendere un volo per Roma e Milano (e da lì tutte le coincidenze nazionali e internazionali) dalla propria città, a differenza dei salernitani, dei leccesi, dei messinesi, dei foggiani, dei tarantini, dei bresciani, dei novaresi, dei vicentini, degli udinesi, di parmensi, piacentini, reggiani e modenesi, di ravennati e ferraresi, di mantovani e trentini. Non c’è scritto da nessuna parte che ogni città debba essere fornita di Aeroporto e Reggio Calabria ha l’Aeroporto nonostante sia meno popolosa, ricca e importante di moltissime altre città d’Italia che l’Aeroporto non ce l’hanno.

I reggini, quindi, possono usufruire comodamente dell’Aeroporto di Lamezia Terme (che è migliore in termini di offerta perché ha un bacino d’utenza più grande grazie alla propria posizione baricentrica nel cuore della Calabria, tra le principali e più popolose città, e perché accoglie gli enormi flussi turistici internazionali della Costa degli Dei) spostandosi di 100km come fanno un po’ tutti gli altri cittadini di tutte le altre città, e in alternativa hanno anche il beneficio dell’Aeroporto locale che ha un bacino d’utenza molto più ridotto e flussi turistici oggi pari allo zero, e che quindi non può avere una grande offerta di voli semplicemente perchè risente del sottosviluppo della città.

Non è stato sempre così.

Negli anni del “modello Reggio” l’Aeroporto era esploso: persino nel 2004, quando è rimasto chiuso per tre mesi a causa dei lavori di rifacimento delle piste, ha fatto il doppio dei passeggeri dello scorso anno. Il record è stato del 2006, unico anno nella storia in cui l’Aeroporto reggino ha superato i 600 mila passeggeri annui grazie ai voli diretti con Malta, Barcellona, Parigi, Atene: erano gli anni in cui la città si apriva al mondo, attirava turisti grazie a grandi eventi e una straordinaria attività promozionale (Rtl su tutti) mirata proprio a valorizzarne le ricchezze storie, culturali e naturalistiche. Tra 2006 e 2014 l’Aeroporto dello Stretto non è mai sceso sotto i 500 mila passeggeri annui, con un altro picco di 571 mila nel 2012. Dieci anni fa, che sembrano un’eternità: dopo il Commissariamento del Comune la città si è spenta, niente più eventi né promozione turistica. E’ iniziata l’emergenza rifiuti, l’acqua è iniziata a mancare persino d’inverno (prima era un problema esclusivamente estivo legato fondamentalmente alla siccità, quando la diga del Menta non era in funzione) perché adesso è un handicap provocato non più dalla mancanza d’acqua ma dall’incuria e dell’abbandono di rete idrica e manto stradale. Nel 2015 l’Aeroporto è sceso per la prima volta sotto i 500 mila passeggeri annui, nel 2017 è crollato sotto quota 400 mila, mai così male nella storia. Un trend che poi è proseguito anche negli anni successivi, fino al tonfo Covid da cui non s’è ancora ripreso, come possiamo vedere dalle statistiche ufficiali:

passeggeri aeroporto dello stretto

Il crollo dell’Aeroporto reggino si è materializzato negli anni in cui sia il Sindaco della città (Falcomatà) che il Presidente della Regione (Oliverio) che il Ministro dei Trasporti (Delrio) erano tutti del Partito Democratico, lo stesso partito che oggi accusa non si capisce chi di essere responsabile del declino dell’Aeroporto reggino. E’ forse colpa di Occhiuto e Giusi Princi, che amministrano la Regione da meno di nove mesi? O dell’unico deputato reggino che, pur essendo stato fino a poco più di un anno fa sempre e solo nelle opposizioni dei Governi del Movimento 5 Stelle guidati dall’allora premier Conte, è riuscito a portare un po’ di investimenti in città (proprio per il Porto e l’Aeroporto), come ha fatto Cannizzaro?

Cosa hanno fatto, invece, per l’Aeroporto di Reggio Calabria, l’unico parlamentare di maggioranza tra l’altro alla Camera da dieci anni, Federica Dieni? E cosa hanno fatto per l’Aeroporto reggino sindaci e sindaci metropolitani, oggi così solerti a voler comparire nelle locandine e nei tavoli degli annunci per le celebrazioni dei Bronzi?

L’unica verità è che per avere una buona offerta di voli all’Aeroporto di Reggio, la città deve essere attrattiva. Se ci sono eventi, se i turisti sono attratti a spostarsi a Reggio, allora crescerà la domanda di voli e quindi crescerà l’offerta degli stessi, con una contestuale riduzione dei prezzi. Proprio com’era accaduto negli anni del “modello Reggio”. Se invece Reggio rimane marginale e periferica perché nessuno vuole venirci in quanto è spenta, vuota e priva di interessi, allora non ci potranno mai essere voli: ed è questo ciò che è accaduto negli ultimi 7-8 anni. In soldoni, significa che non bisogna valorizzare l’Aeroporto per far vedere i Bronzi. Al contrario possono essere i Bronzi, se adeguatamente promossi, a far crescere l’Aeroporto. L’Aeroporto è un sintomo delle condizioni della città, non la causa. E scommettiamo che già dal secondo semestre del 2022, e ancora di più nel 2023, si rivedrà un effetto di crescita significativa nel numero dei passeggeri, proprio grazie alle straordinarie attività promozionali ideate e concretizzate da Giusi Princi?

Salvatevi questo articolo, e ne riparleremo. Perché a Reggio Calabria, nella città del mondo al contrario, la gente è rimasta zitta, muta e indifferente mentre subiva i peggiori soprusi e adesso che dopo dieci anni qualcuno ricomincia a proporre qualcosa di positivo, c’è chi si permette persino di contestarlo. Gente che degnamente ha meritato il Miramare affidato agli amici, il Granillo usato per le partitelle tra Assessori e i voti dei morti alle ultime elezioni: si sarebbero quasi potuti prendere i Bronzi per metterseli in giardino, che in quegli anni questi strenui paladini della città sarebbero rimasti zitti e muti. Oggi invece non gli va bene neanche il più grande investimento della storia recente della città.

Tuttavia se non fosse così, questa non sarebbe la città del mondo al contrario.

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